La cultura sull’acqua, verso il contratto di territorio: la voce dei cittadini nel progetto “Acca2Bo”

Servizi Tecnici

Si è svolto il 21 settembre l’evento promosso da Nomisma Acque Verso il contratto di territorio sull’acqua. La parola ai cittadini, organizzato da Nomisma in collaborazione con Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, Consorzio della bonifica Renana, Canali di Bologna e Gruppo Hera

Si tratta del terzo appuntamento di un ciclo di cinque incontri nell’ambito del progetto Acca2Bo che culminerà con la firma del Contratto di Territorio sull’Acqua il prossimo 23 novembre. Obiettivo del ciclo di cinque incontri è proprio innescare una riflessione specifica e sensibilizzare la comunità della Città Metropolitana di Bologna sui problemi climatici a livello locale, coinvolgendo tutti gli stakeholder del territorio.

L’incontro “Verso il contratto di territorio sull’acqua. La parola ai cittadini” è stata l’occasione per raccontare il punto di vista dei cittadini della città metropolitana e la loro sensibilità in relazione alla tutela della risorsa idrica e ai cambiamenti climatici attraverso gli insight della survey Nomisma, presentati dalla Project Manager Roberta Gabrielli. Nel suo commento introduttivo, Gian Luca Galletti, Consigliere di Amministrazione Nomisma, ha ricordato l’importanza di un’azione congiunta al fine di ridisegnare il futuro dell’acqua nell’attuale e incerto contesto climatico, mentre lo Specialist Ambientale Salvatore Giordano ha presentato lo stato di avanzamento del Contratto di Territorio sull’Acqua.

Nella seconda parte dell’evento si è svolta una tavola rotonda sulle azioni specifiche da attuare per favorire gli investimenti idrici sul territorio e la partecipazione attiva della comunità metropolitana, alla quale hanno partecipato Teodoro Georgiadis, Primo Ricercatore CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, Carla Di Francesco, presidente FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano Emilia-Romagna, Anna Letizia Monti, rappresentante dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Bologna, Matteo Castelli, Vicepresidente Soccorso Alluvionale – Swrter Swift Water Rescue Team Emilia Romagna e Marco Filippucci, Presidente dell’ Ordine degli Architetti Bologna.

Bologna e l’acqua: come salvaguardare questa risorsa? 

“Importante e significativo che questo progetto nasca in un territorio che è sempre stato virtuoso e attento all’utilizzo della risorsa acqua. Questo esprime la grande sensibilità dei gestori che operano quotidianamente in questo territorio e la volontà di individuare un nuovo modello innovativo, capace di far lavorare tutti insieme in un’unica direzione”. È stata questa l’apertura dei lavori di Gian Luca Galletti, consigliere d’amministrazione di Nomisma, che ha ricordato che il contratto di territorio nasce per avviare un progetto unitario e sinergico. I principali gestori idrici dell’area bolognese agiranno d’insieme, con la Comunità, per ridisegnare il futuro dell’acqua in questo quadro climatico così incerto. 

Osserviamo più da vicino, quindi, come si pone la città relativamente a questo tema. 

Acqua e cittadini: la percezione dei cittadini dell’area metropolitana di Bologna

Un dato particolarmente significativo che emerge dalla survey condotta da Nomisma, e che fotografa immediatamente il sentiment dei bolognesi riguardo alla situazione climatica attuale, è che il 68% dei cittadini sono molto preoccupati per i cambiamenti climatici che si potranno verificare a livello globale; sono anche consapevoli che queste conseguenze potranno comportare una ricaduta inevitabile a livello locale.

Il 51% si dichiara molto/abbastanza preoccupato per i cambiamenti climatici a livello locale: allo stesso tempo, 3 cittadini su 4 ritengono che il livello di attenzione che pone la Regione in merito sia comunque medio alto.

Roberta Gabrielli, project manager di Nomisma, sottolinea l’importanza del parere dei cittadini ricordando che “proprio perché la Comunità rappresenta l’alleanza più forte e importante di questo progetto, Nomisma Acque ha chiesto il loro parere realizzando questo sondaggio, da cui emerge come la tutela del territorio e della risorsa idrica, già individuata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, rappresenti uno dei capitoli che trovano il maggiore interesse tra i bolognesi”.

Vediamo infatti come, in città, stia crescendo l’attenzione verso la risorsa idrica stessa. Oggi, rispetto a due-tre anni fa, si osserva una crescita dell’interesse di ben il 74%. L’attenzione è posta verso il risparmio della risorsa idrica (21%), verso la qualità dell’acqua stessa (28%) e al non inquinare le risorse a nostra disposizione (27%).

Riuso dell’acqua e invasi: quanto sono conosciute e valorizzate queste opportunità?

Rispetto alle proposte progettuali, fondamentale è il focus portato da Salvatore Giordano, specialist ambientale Nomisma, che sottolinea come siano state individuate alcune soluzioni concrete e condivise tra i gestori, che potranno essere attuate sul suolo metropolitano per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Tra queste si ricorda, in particolare, la possibilità di realizzare “invasi come unica fonte idrica certa di superficie, relativa all’acqua in uscita dai depuratori” da parte della Bonifica Renana in condivisione con HERA. Gli invasi garantiscono, infatti, un importante processo di razionalizzazione nella raccolta di acqua piovana in eccesso, e contribuiscono a ridurre il pericolo idraulico nei territori a rischio alluvioni. Riguardo a questa opportunità, il 28% degli intervistati afferma di conoscere bene gli invasi, il 47% ne ha solo sentito parlare. Importante quindi per i “gestori dell’acqua” della città metropolitana attivare azioni volte a promuovere una vera e propria cultura dell’acqua.

Al netto di questi dati, è interessante osservare come il 60% – una volta informato delle potenzialità della soluzione – ritenga molto importante disporre di strutture e opere ingegneristiche di questo tipo per il territorio della Città Metropolitana di Bologna.

Una volta illustrato il funzionamento di queste opere e la loro efficacia nella raccolta e razionalizzazione dell’acqua, il 91% ha ritenuto che gli invasi possano consentire una maggiore disponibilità idrica alle aziende agricole, riducendo l’uso di risorse di falda. Per l’88% dei bolognesi gli invasi sono un’opera necessaria e per questa dovranno essere trovati i giusti finanziamenti, mentre per l’87% la realizzazione dei bacini artificiali rappresenta un’azione a lungo termine che dovrebbe rappresentare una priorità per il territorio e la Regione Emilia-Romagna anche perché – per l’82% dei felsinei – ci sono molte zone della Regione a rischio alluvione che vanno salvaguardate tramite invasi.

Sempre su questi temi, e in particolare sulle strategie progettuali proposte, è stato chiesto ai cittadini bolognesi quanto conoscessero le opportunità di riuso delle acque reflue depurate, quanto le ritenessero importanti e se fossero in grado di valutarne i benefici.

Il 68% sostiene l’importanza del riuso delle acque reflue depurate, e il 63% è d’accordo nell’affermare che il riuso prolunga il ciclo di vita dell’acqua fornendo una risorsa idrica addizionale e meno sensibile alla stagionalità e ai fenomeni meteo-climatici.

Il 60% ritiene poi che l’approvvigionamento da diverse fonti di acqua per differenti utilizzi e utenti dovrà essere alla base delle strategie europee dei prossimi decenni e solo il 21% dei cittadini considera invece che il riuso delle acque reflue potrebbe comportare rischi per la salute dei bolognesi che consumano prodotti agricoli provenienti da aree così irrigate.

Gestire la risorsa idrica nella Città Metropolitana di Bologna

I protagonisti della gestione dell’acqua nella Città Metropolitana sono generalmente ben noti ai cittadini: troviamo in testa il Gruppo Hera (conosciuto dal 96%), seguito dal Consorzio della Bonifica Renana (84%), il Gruppo Canali di Bologna (72%), e le Autorità di Bacino Distrettuale del Po (43%).

La conoscenza dei gestori si conferma nelle risposte che i bolognesi hanno dato quando è stato chiesto loro di associare le diverse azioni compiute sul territorio al soggetto che le eroga.

Investimenti idrici sul territorio: definire le priorità strategiche e le azioni

Durante la tavola rotonda finale, il primo ricercatore IBE-CNR Teodoro Georgiadis ha confermato l’attenzione sul cambiamento climatico, affermando che il nuovo rapporto IPCC sui cambiamenti climatici identifica la componente socio-economica come fondamentale per valutare gli impatti degli scenari climatici e per orientare correttamente le scelte programmatiche future. Tutto ciò appare in linea con l’impostazione seguita nel contratto di territorio”.

Carla Di Francesco, Presidente FAI Emilia-Romagna, ha proseguito confermando la piena disponibilità del FAI nel promuovere e affiancare in maniera concreta i processi decisionali, di conoscenza, formazione e divulgazione del contratto di territorio e ricordando il ruolo sempre attivo del FAI sul tema dell’acqua: “la parola d’ordine è idro-civismo, l’acqua di domani non è diversa da quella di oggi, importante l’azione partendo dal singolo”. 

Per i cittadini dubbiosi, i quali temono che le opere di idro-ingegneria possano cambiare la struttura dell’ambiente circostante rovinando il paesaggio, il Presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna Marco Filippucci vuole fornire una rassicurazione, affermando che “è necessario confrontarsi con i cittadini per generare un confronto anche culturale, e con istituzioni ed esperti per creare una collaborazione. L’acqua è un attrattore di socialità. Intorno all’acqua sono cresciute economie, città e luoghi dove qualitativamente è possibile vivere bene”. 

Anna Letizia Monti, rappresentante dell’Ordine degli Agronomi bolognesi, sottolinea poi il ruolo degli agronomi che vedono nella gestione dell’acqua una garanzia del benessere locale. 

Infine, Matteo Castelli, Vicepresidente Soccorso Alluvionale Swrter, afferma che “per l’acqua del futuro, molta attenzione andrà anche rivolta alla progettazione delle aree verdi in modo da contenere i consumi idrici pur non trascurando il loro ruolo indispensabile per il clima e per il paesaggio. Analogamente, nella realizzazione di un invaso, dovremmo pensare alla nuova opera come un’occasione di attrattività e di qualità per il territorio e il paesaggio”. 

Roberta Gabrielli e Salvatore Giordano di Nomisma, infine, hanno concluso i lavori sottolineando che “nella realizzazione di nuovi progetti futuri, necessari per affrontare gli imminenti scenari di cambiamento climatico, la partecipazione delle comunità già in fase preliminare e la valutazione dei servizi ecosistemici saranno fondamentali. Prioritario sarà anche il ruolo dei gestori dell’acqua e delle istituzioni – considerando anche i potenziali fondi a disposizione per il futuro – ma la consapevolezza dei cittadini e la loro sensibilizzazione non possono passare in secondo piano. Lo studio e le interviste presentate oggi hanno infine mostrato una grande attenzione della comunità, sui temi dell’acqua e dei cambiamenti climatici, destinata a crescere nell’immediato futuro”. 

I prossimi appuntamenti della rassegna Acca2Bo

I prossimi appuntamenti di Acca2Bo sono in programma per martedì 26 ottobre con l’evento La cultura sull’acqua – La voce delle imprese,  e per martedì 23 novembre con l’evento conclusivo dedicato alla firma del Contratto di Territorio, che sancirà l’inizio di una nuova strada che cittadini, gestori dell’acqua e imprese percorreranno insieme. 

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