Assemblea Generale Federvini 2022: il mercato del vino, degli spirits e degli aceti tra luci e ombre

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L’incertezza domina sovrana nel 2022, impattando sul mercato dei vini, dei distillati, dei liquori, degli aperitivi e degli aceti per i prossimi mesi. 

Non a caso le principali preoccupazioni degli italiani sono inflazione e guerra (segnalate rispettivamente dal 41% e il 25%), seguite da disoccupazione e cambiamento climatico. 

Per far fronte alla crescita generalizzata dei prezzi, 9 italiani su 10 cambieranno i propri comportamenti di acquisto (e tra questi la gran parte concentrerà la spesa su prodotti indispensabili, eliminando il superfluo). A farne le spese saranno in primis pranzi e cene fuori casa: quasi 1 italiano su 4 dichiara infatti che ridurrà il valore della spesa dedicato alle occasioni di consumo away from home. La metà dei consumatori afferma inoltre che ridurrà, nei prossimi sei mesi, la frequenza con cui consuma pasti e bevande al ristorante o in altri locali, un elemento preoccupante soprattutto per il mondo beverage alla luce del peso rivestito dall’on-trade.

È quanto emerge dall’indagine realizzata a maggio da Nomisma nell’ambito dell’Osservatorio Federvini su 1.500 consumatori italiani di vino, spirits e aceto balsamico con l’obiettivo di indagare l’impatto dell’attuale congiuntura sui consumi e i comportamenti di acquisto degli italiani, con particolare attenzione ai prodotti della filiera Federvini.

Da qui la necessità di reagire in tempi rapidi e con proposte specifiche. A questo proposito tre sono le parole chiave che hanno fatto da fil rouge durante l’Assemblea Generale Federvini 2022 tenutasi a Roma lo scorso 8 giugno nella cornice di Palazzo Rospigliosi: rilancio, internazionalizzazione e reputazione. Ciascuna delle quali è stata approfondita in un Panel dedicato e discussa con il contributo di ospiti istituzionali.

I tre panel hanno acceso i riflettori su Italia, Società ed Europa e sono stati preceduti dalla presentazione dei nuovi risultati dell’Osservatorio Federvini, l’osservatorio realizzato in collaborazione con Nomisma e Tradelab e nato con l’obiettivo di fornire regolarmente dati e analisi sulle dinamiche di mercato presenti e future e sui nuovi trend di consumo.

In questo articolo approfondiremo i principali risultati presentati da Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare, ed Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager di Nomisma, i quali hanno introdotto con i propri interventi, rispettivamente, i Panel Italia ed Europa dell’Assemblea Generale Federvini 2022.

Panel Italia: overview di mercato su vini e spirits

Il Panel Italia è stato introdotto da Denis Pantini, Responsabile Agricoltura e Industria Alimentare e di Wine Monitor. I numeri evidenziano una decisa risalita dei consumi nel 2021 rispetto al precedente anno, ma anticipano per il 2022 un trend in “chiaro scuro” legato soprattutto alle incertezze congiunturali. 

Il 2021 è stato un anno di forte ripresa, sia all’estero che in Italia. L’export italiano di vino  è cresciuto del +12% (7.061 mln di euro contro i 6.275 del 2020), mentre gli spirits hanno messo a segno un incremento ancora più alto, +23% (1.322 mln di euro vs 1.076 del 2020). In entrambi i casi si è trattato di un nuovo record per l’export del nostro Paese.

In Italia, invece, le vendite di vino e di spirits nella Distribuzione Moderna (iper, super, piccole superfici e discount) sono cresciute rispettivamente del +4% e +6% tra 2020 e 2021, così come i consumi food&beverage nel canale Ho.re.ca, che nel 2021 hanno visto un balzo del +22% rispetto all’anno precedente trainati dal venir meno delle restrizioni alle attività di ristoranti e bar e dalla ripresa delle occasioni di socialità e consumo away from home.

Ma il mercato interno, nei primi mesi del 2022, comincia a risentire del peggioramento della congiuntura economica del Paese. Il primo quadrimestre 2022 evidenzia vendite totali di vino in GDO in calo del 9,6% a valori rispetto allo stesso periodo del 2021 (fonte: NielsenIQ), con riduzioni più elevate per vermouth (-11,2%) e vini fermi e frizzanti DOP (-10,7%).

Nello stesso periodo, si contraggono anche le vendite di spirits (-5,0%) e aceti (-4,3%). Tra gli spiriti tengono gli amari, mentre calano tutte le altre categorie: -4,2% i liquori dolci, -4,8% distillati e acquaviti, -11,2% gli aperitivi. Infine, per gli aceti, tra le diverse tipologie, in controtendenza le vendite di balsamico che mettono a segno un +3,1%.

Nel confronto tra i due quadrimestri pesa anche la ripresa dei contagi da Covid-19 che aveva interessato la prima parte dell’anno scorso, con riduzioni sui consumi fuori-casa e di conseguenza incrementi negli acquisti di vino e spirits in GDO. Uno scenario che, fortunatamente, non si è ripetuto quest’anno e che ha condotto ad una minor propensione degli italiani all’acquisto nel canale retail e ad una contestuale ripresa dei consumi presso ristoranti, wine/cocktails bar e altri locali. Secondo stime TradeLab, i consumi on-trade di vini e spirits nel I quadrimestre 2022 sono aumentati a valore del +206% rispetto al 2021.

Per quanto riguarda l’export di vino, gli ultimi dati disponibili si riferiscono alle importazioni dei principali mercati mondiali al I trimestre 2022. Prendendo a riferimento 10 tra i top mercati, il cui peso è pari al 60% del valore complessivo dell’import mondiale di vino, si evince una crescita degli acquisti dall’Italia del +12%.

Un’espansione delle vendite oltreconfine caratterizza anche le altre categorie rappresentate da Federvini: l’export italiano di spirits evidenzia nel primo bimestre 2022 (ultimo dato disponibile) una crescita del +45% rispetto allo stesso periodo 2021, mentre per gli aceti una crescita a valori del +4%, con il balsamico che sovraperforma con un +9%. 

Inflazione e riduzione del potere di acquisto degli italiani mettono però a rischio i consumi futuri di vino e spirits. Alla luce dell’attuale congiuntura economica, gli italiani rivedono le proprie previsioni di consumo di vino e spirits per i prossimi 12 mesi e lo fanno al ribasso, con le riduzioni più pesanti che interesseranno i consumi fuori casa. 

In merito al vino, secondo l’indagine condotta da Nomisma, ben il 23% dei consumatori afferma che ridurrà o cesserà i consumi, quota che sale al 41% con riferimento ai soli consumi fuori casa. Nel caso degli spirits, il 34% dichiara che diminuirà o smetterà di consumare amari liquori o aperitivi alcolici nei prossimi 12 mesi (39% per le occasioni di consumo away from home). Tali cali si paleseranno soprattutto nei mesi autunnali quando finirà l’effetto trainante di vacanze e turismo per i consumi away from home.

In questo momento di grande incertezza, Federvini auspica un confronto aperto e trasparente con il Governo e le filiere produttive “poiché nessun settore si salva da solo. Noi chiediamo interventi di struttura e misure di mercato, in termini di semplificazioni, promozione e supporto a lungo termine per il nostro export” – ha sintetizzato Micaela Pallini, Presidente di Federvini.

Panel Italia: proposte di rilancio per sostenere il settore

Dopo aver osservato i numeri e i dati emersi dallo studio Nomisma, il dibattito del Panel Italia presieduto da Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vini di Federvini, si è concentrato sul mercato interno e sulle proposte di rilancio per sostenere i settori in questa fase congiunturale estremamente delicata., nel panel Italia presieduto da si è quindi concentrato 

Federvini ha sottolineato l’esigenza di intervenire su questioni normative non più rimandabili, di snellire gli oneri burocratici e inoltre di facilitare l’accesso agli incentivi di natura fiscale, con l’obiettivo di migliorare la competitività delle aziende italiane sul mercato estero. Al Panel sono intervenuti i Sottosegretari alle Politiche Agricole e agli Affari esteri Gian Marco Centinaio e Manlio Di Stefano e il Capogruppo Forza Italia in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Raffaele Nevi

Sottolinea la Presidente Albiera Antinori: “Sulle semplificazioni possiamo fare molte cose. Due esempi? In Italia dovremmo completare il processo di digitalizzazione del settore vino, collegando lo schedario viticolo al registro telematico. In Europa occorre completare l’armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza, oggi rese difficoltose dagli adempimenti burocratici in essere che rendono davvero complicato il commercio elettronico dei nostri prodotti. L’altro punto è spingere ancora di più sul tema promozione, con un migliore coordinamento nazionale e focalizzando meglio gli investimenti sui mercati per noi chiave”.

Panel Società: la sostenibilità al centro del dibattito

I temi della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – sono stati affrontati nel Panel Società (il secondo della giornata), presieduto dal Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini, Giuseppe D’Avino. Alla discussione hanno partecipato il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Filippo Gallinella, l’europarlamentare Paolo De Castro e la Prof.ssa Elisabetta Bernardi, Nutrizionista, Biologa con specializzazione in Scienza dell’Alimentazione. 

Alla luce delle recenti iniziative delle Organizzazioni internazionali – quali l’OMS – e delle Autorità regolative – quali la Commissione europea con i piani Green Deal, Strategia From Farm to Fork e il Piano Europeo di lotta contro il cancro – la Federazione ha voluto sollecitare un messaggio di azione da parte del mondo delle Istituzioni contro la demonizzazione dei comparti rappresentati, per valorizzare un modello di consumo mediterraneo e promuovere produzioni di qualità connesse alla cultura del Made in Italy

La lotta contro ogni forma di abuso dei nostri prodotti deve abbinarsi con la difesa di un consumo moderato e responsabile, in linea con la tradizione italiana basata sulla dieta mediterranea e su uno stile di vita improntato alla sana socialità e convivialità. – Ha affermato il Presidente Giuseppe D’Avino – È necessario che su questo fronte il Governo e il sistema Paese facciano quadrato. Purtroppo, non mancano proposte demonizzanti e radicali che puntano a colpire indiscriminatamente i nostri prodotti, attraverso l’apposizione di messaggi terrorizzanti in etichetta, forme di tassazione ancora più elevate e divieti di promozione, tutte misure che causerebbero gravi danni ai nostri prodotti e ai nostri territori, già provati dalle crisi di questi anni, senza apportare consistenti benefici alla lotta contro l’abuso, che resta il nostro obiettivo primario”. 

Panel Europa: il ruolo dell’e-commerce e le dimensioni delle produzioni DOP-IGP nell’analisi di Nomisma 

L’analisi presentata da Emanuele Di Faustino, Senior Project Nomisma, per avviare il dibattito del Panel Europa – il terzo della giornata – si è concentrata su due aspetti: le vendite online di vino e spirits e le dimensioni e la strategicità del sistema delle produzioni DOP-IGP per la filiera agrifood italiana.

Emerge in prima analisi il crescente ruolo dell’e-commerce nel mondo wine&spirits.

A seguito dell’emergenza Covid sempre più consumatori si sono rivolti al web per acquistare vino e spirits da consumare fra le mura domestiche e dunque il peso rivestito dal canale e-commerce è aumentato sensibilmente nei principali mercati mondiali (Italia inclusa).

Nel caso dell’Italia, nel giro di pochi anni la quota delle vendite online di vino sul totale off-trade è più che raddoppiata, passando dal 2% del 2016 al 5% del 2021. Per gli spiriti l’aumento è stato addirittura superiore: dall’1% al 4% nel medesimo periodo. Nonostante l’esponenziale aumento, gli spazi di crescita sono dunque ancora enormi per l’e-commerce, canale che rappresenta anche un’importante “strumento” di promozione e valorizzazione delle eccellenze italiane nel mondo. 

Dall’analisi dell’offerta di etichette delle principali piattaforme italiane ed internazionali specializzate nel wine e-commerce emerge difatti come il vino italiano goda di un ottimo posizionamento online, anche all’estero (in primis in Germania e Svizzera).

Si tratta di un fattore strategico per il vino italiano sia alla luce del forte peso che i pure player ricoprono per le vendite online (nel caso dell’Italia, Tannico, Vino.com, Bernabei, Callmewine e gli altri siti specializzati intercettano circa l’80% delle vendite digital di vino) sia della crescente internazionalizzazione di alcuni operatori nazionali specializzati nell’online (sia Tannico che Vino.com operano in molteplici mercati europei ed extra-UE), elemento quest’ultimo che favorisce la commercializzazione dei prodotti italiani oltre-confine.

A ciò si deve aggiungere come ad acquistare vino online, sia in Italia che all’estero, siano soprattutto consumatori con un potere di acquisto medio-alto, elemento che fa sì che ci chi si rivolge al canale online si caratterizzi per una maggiore propensione verso i fine wines e i vini di fascia premium, categorie dove l’Italia eccelle con una ricchissima e variegata offerta.

Nello specifico, nel caso del mercato italiano, al momento il 29% dei consumatori di vino ha avuto almeno un’occasione di acquisto online negli ultimi 12 mesi, quota che arriva a ben il 37% tra coloro che hanno un reddito mensile superiore a 3.000 euro. E lo stesso accade in UK e Stati Uniti.

Il secondo punto dell’intervento di Nomisma ha riguardato le produzioni DOP e IGP, sistema che riveste un ruolo strategico per la filiera agroalimentare europea e nazionale.
L’Italia, grazie a 841 prodotti (food&wine) certificati DOP-IGP-STG a cui si aggiunto 37 Indicazioni Geografiche per le bevande spiritose, è il primo Paese in Europa per numero di prodotti agroalimentari con marchio di qualità.  Il sistema delle DOP e IGP – nel quale operano circa 200 mila imprese – ha generato nel 2020 un valore della produzione di quasi 17 miliardi di euro, ben un quinto di quanto realizzato dall’intero agrifood italiano.

Grazie alla loro elevata qualità, i prodotti DOP e IGP godono di un’ottima percezione da parte dei consumatori sia sul mercato nazionale che internazionale. A conferma di ciò tali prodotti sono fortemente orientati all’estero: basti pensare che nel caso dei formaggi DOP e dell’olio di oliva extra-vergine quasi il 40% della produzione viene esportata, quota che supera il 90% per l’Aceto Balsamico di Modena IGP.
Grazie a tali numeri, l’impatto che i prodotti DOP-IGP hanno per le nostre esportazioni è rilevante: nel 2020 il 20% dell’export italiano food&wine ha riguardato proprio prodotti DOP/IGP. Nel caso dei vini imbottigliati, i prodotti DOP-IGP rappresentano addirittura il 91% delle esportazioni totali della categoria.

Panel Europa: la difesa del patrimonio enogastronomico italiano dai tentativi di imitazione

Una volta conclusa la presentazione di Emanuele Di Faustino, il Panel Europa presieduto da Giacomo Ponti, Presidente del Gruppo Aceti di Federvini, ha visto gli interventi del Sottosegretario agli Affari europei, Vincenzo Amendola, del Presidente della Commissione politiche dell’UE al Senato Dario Stefano

Nel panel conclusivo si è dibattuto in primo luogo il tema della difesa del patrimonio enogastronomico italiano dai tentativi internazionali di imitazione e revisione. In secondo luogo, dalla valorizzazione dei vini italiani che godono di un ottimo posizionamento sui canali online, nasce la richiesta di semplificare le vendite a distanza a consumatori privati. Occorre il supporto delle istituzioni per difendere l’interesse nazionale e sviluppare nuove opportunità di business per le aziende dei comparti interessate ad accrescere la fidelizzazione del consumatore. 

“Riteniamo che la tutela delle indicazioni geografiche debba essere una delle priorità fondamentali del Governo Italiano. Quanto accaduto con il caso Prosek e il caso dell’aceto balsamico sloveno ci mostra come, anche in Europa, non manchino attacchi ai nostri prodotti di punta. Ci auguriamo che in tutte le sedi i nostri rappresentanti difendano fermamente questo principio. Sul caso sloveno purtroppo stiamo ancora aspettando che il Governo dia il via libera all’apertura del contenzioso con la Slovenia, che in questi mesi ha già immesso nel mercato prodotti etichettati come “aceto balsamico” – conclude il Presidente del Gruppo Aceti di Federvini, Giacomo Ponti.

Il punto di vista privilegiato di Nomisma attraverso Wine monitor e l’Osservatorio Spirits

I dati presentati e commentati in occasione dell’Assemblea Federvini sono tratti da Wine Monitor e Osservatorio Spirits, due piattaforme sviluppate da Nomisma per interpretare le dinamiche di mercato e fornire alle imprese del settore gli strumenti per individuare le migliori strategie di marketing, in uno scenario in continua evoluzione.

In particolare, Wine Monitor si rivolge a imprese della filiera vitivinicola, associazioni di produttori, consorzi di tutela, banche, società finanziarie, istituzioni, giornalisti, ma anche studiosi e appassionati del mondo del vino.

L’Osservatorio Spirits, invece, è nato nel 2021 per effettuare analisi dettagliate utili a supportare le imprese e gli operatori del settore dei superalcolici nella comprensione delle dinamiche di mercato e dei nuovi comportamenti e fabbisogni dei consumatori a livello nazionale e internazionale.

Per informazioni: denis.pantini@nomisma.it e emanuele.difaustino@nomisma.it 

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