Diversità, equità, inclusione nelle PMI italiane: una cultura ancora acerba

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Say-Do-Gap, ridotta presenza femminile in posizioni apicali e scarsa conoscenza della certificazione di genere tra i findings principali della ricerca Valore D realizzata da Nomisma

Poche e semplici, le iniziative DEI adottate si limitano ai temi del welfare e della conciliazione vita privata-lavoro

 

Milano, 31 maggio 2023 – Le PMI italiane hanno una visione ancora acerba della DEI e una concezione poco moderna dei temi di inclusione e valorizzazione delle diversità. È quanto emerge dalla ricerca “Diversità, Equità, Inclusione nelle PMI italiane” che Valore D ha commissionato a Nomisma su un target di oltre 500 piccole e medie aziende per comprendere il loro approccio verso le tematiche DEI e mappare le iniziative adottate.

L’indagine evidenzia un’importante distanza culturale nell’approccio alle tematiche DEI tra Piccole e Medie imprese, specchio diretto della sensibilità su questi temi da parte della dirigenza e che l’approccio all’inclusività è spesso frutto della soggettività del singolo e della propria esperienza personale. L’importanza di perseguire obiettivi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale e di adottare azioni concrete per favorire questi aspetti è prevalentemente «teorica» e la mappatura delle iniziative messe in atto rivela un approccio molto semplificato.

Molte le realtà che non ritengono di aver bisogno di iniziative DEI e che non individuano alcun vantaggio nell’adottarle, non hanno all’interno una figura dedicata né un budget allocato. Limitata la presenza femminile e scarsa la conoscenza della certificazione di genere tra le aziende intervistate.

Say-Do-Gap

Tra gli elementi principali emersi dalla ricerca si evidenzia una divergenza tra teoria e pratica nell’affrontare le tematiche di DEI 

Nonostante una crescente attenzione verso gli ambiti che riguardano la sostenibilità, questa non si traduce in priorità di business per le aziende. Infatti, per il 20% delle PMI questi aspetti rivestono un ruolo secondario e per il 21% non hanno alcun ruolo. 

Analizzando in profondità, il 59% delle PMI adotta iniziative concrete a favore di diversità e inclusione ma le dimensioni aziendali influiscono sull’approccio a questi temi: quelle di dimensioni più ridotte adottano nel 61% dei casi iniziative singole, mentre le medie tendono ad avviare con maggiore frequenza (nel 72% dei casi) veri e propri percorsi strategici. 

In generale, infatti, le PMI hanno difficoltà a percepire i vantaggi nel lungo periodo collegati alle iniziative DEI, considerate secondarie o non importanti dal 41% degli intervistati. Solo il 16% ha al suo interno una figura dedicata alla gestione DEI, poco diffusi anche i responsabili degli aspetti di sostenibilità (35%), mentre la figura del responsabile risorse umane è presente in 1 PMI su 2.

Nelle imprese che non hanno figure specifiche dedicate a trattare questi aspetti, la gestione è affidata alla dirigenza aziendale (titolare/imprenditore, amministratore delegato, direttore generale nel 44% dei casi) mentre per circa 1 PMI su 3 non è prevista una delega specifica. Il 72% delle PMI non ha attualmente, e non lo prevede in futuro, un budget dedicato a queste tematiche numero che sale all’80% per quanto riguarda le piccole imprese. 

Andando nel dettaglio, solo il 16% delle PMI (12% piccole e 23% medie) ne prevede uno nei prossimi 12 mesi. 

Spunti di riflessione emergono anche dall’analisi dei motivi del mancato ricorso a iniziative DEI. Se la dimensione aziendale rappresenta il primo ostacolo (citato da 1 PMI su 2), non sono da trascurare altri aspetti. Il 37% degli intervistati non ritiene di aver bisogno di simili iniziative, 3 medie imprese su 10 non individuano alcun vantaggio derivante dall’adozione di iniziative a favore della diversità, equità e inclusione, mentre il 14% delle piccole imprese non ci ha mai riflettuto. 

Si evidenzia pertanto la mancanza di una visione moderna dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità; in molti casi le azioni intraprese si limitano ai temi del welfare e della conciliazione vita privata-lavoro; restano ai margini i programmi di formazione per la costruzione di una cultura aziendale, meno di 1 azienda su 3 fa formazione sui temi DEI o networking con altre realtà.

Certificazione e presenza femminile 

L’indagine condotta da Nomisma ha preso in esame anche il tema della parità di genere. Il 63% delle PMI conosce l’esistenza di una certificazione: il 21% sa di cosa si tratta, mentre il 42% ne ha solo sentito parlare. Ad oggi la quota di PMI che ha ottenuto la certificazione è ancora minuscola (1% tra le medie imprese), ma 1 azienda su 3 potrebbe richiederla già nel prossimo anno. 

Infine, il campione intervistato evidenzia una scarsa presenza femminile a livello apicale: nel 16% delle PMI non ci sono donne in queste posizioni e nel 57% delle PMI le donne in posizioni apicali sono meno del 25%. 

“Lo studio ci esorta a intensificare le attività di sensibilizzazione sui temi di inclusione e valorizzazione delle diversità sul tessuto produttivo del nostro Paese, composto in prevalenza da piccole e medie imprese”, commenta Barbara Falcomer, direttrice generale Valore D. “È necessario aumentare la consapevolezza e fare cultura di quanto la diversità sia un tema di strategia competitiva per ogni azienda, vanno raccontati i vantaggi legati a queste tematiche, a partire dalla certificazione. Le imprese che promuovono l’equilibrio di genere con azioni mirate intraprendono un percorso di cui beneficia anche il sistema Paese, creano le condizioni per reali pari opportunità e quindi per una maggiore occupazione femminile.”

“Lo studio condotto per Valore D è stata l’occasione per definire e mappare la sensibilità delle PMI verso i temi della diversità, equità e inclusione e individuare i gap da colmare per facilitare la creazione di una vera e propria cultura aziendale ‘DEI’, che possa diventare una nuova opportunità di crescita e sviluppo del business”, commenta Valentina Quaglietti, head of Customer Observatories di Nomisma. “Accanto alle richieste di mercati e finanza, il recente impianto disegnato dalla Direttiva CSRD conferisce nuova centralità alla sostenibilità. A questo riguardo, l’attività sviluppata da Nomisma sulle tematiche ESG fornisce non solo un punto di osservazione privilegiato sull’evoluzione dello stato dell’arte ma consente anche di supportare le imprese nella messa a punto e implementazione di nuovi data point, strumenti di monitoraggio, processi e valutazioni come elementi imprescindibili nelle proprie strategie di sostenibilità”.

Per scaricare la ricerca: https://valored.it/nomisma-per-valore-d-approccio-pmi-alle-tematiche-dei_mag-2023/

Valore D
Valore D è la prima associazione di imprese in Italia – oltre 350 ad oggi, che dal 2009 si impegna per l’equilibrio di genere e per una cultura inclusiva nelle organizzazioni e nel nostro Paese. L’associazione, nata dall’incontro tra dodici manager di altrettante aziende virtuose, rappresenta oggi un osservatorio privilegiato per l’analisi dell’efficacia delle policy pubbliche e private volte all’inclusione e per la promozione di best practice e di nuovi modelli di politiche finalizzati all’efficacia, oltre che all’efficienza e alla valorizzazione dell’empowerment femminile.

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