Green New Deal applicato al patrimonio pubblico italiano: i benefici per il Paese secondo la ricerca Nomisma

Servizi Tecnici

Il 5 ottobre 2020, Il Sole 24 Ore ha organizzato la web conference dal titolo “Un Green New Deal per il patrimonio immobiliare pubblico” con l’obiettivo di discutere degli impatti economici, sociali e ambientali che si potrebbero ottenere grazie a una riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare pubblico non residenziale.

Durante l’evento – che può essere visto integralmente a questo link – sono stati presentati i dati della ricerca realizzata da Nomisma per Rekeep, principale operatore italiano nel settore dell’Integrated Facility Management: la studio illustra gli importanti benefici che si potrebbero ottenere attraverso interventi di riqualificazione sul patrimonio pubblico italiano – nello specifico uffici comunali e scuole territoriali – soprattutto nell’ottica di dare nuovo slancio al Paese dopo la crisi determinata dal Covid-19.

La riflessione nasce dal fatto che, se da una parte emerge una forte attenzione governativa verso l’edilizia residenziale, dall’altra manca un’adeguata valutazione degli effetti che potrebbe avere un piano di interventi volto al miglioramento degli edifici pubblici non residenziali, un bacino di valore inattuato e trascurato che, se venisse sottoposto a un piano di riqualificazione, porterebbe vantaggi sotto diversi punti di vista. Scopriamo, nel dettaglio, quali sono i benefici evidenziati dallo studio di Nomisma.

I partecipanti all’evento

La web conference ha visto la partecipazione di Gian Luca Galletti, Consigliere di Amministrazione di Nomisma, e di Marco Marcatili, Responsabile del settore Sviluppo e Sostenibilità della società di ricerca, che hanno presentato i dati dello studio.

Successivamente, alla tavola rotonda, hanno preso parte Cristian Acquistapace, Amministratore Delegato di Snam4Efficiency, Claudio Levorato, Presidente di Manutencoop Società Cooperativa, Salvatore Margiotta, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Morassut, Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza e delegato politico ANCI Urbanistica, lavori pubblici.

Green New Deal sul patrimonio immobiliare pubblico: una soluzione concreta e sostenibile per far ripartire l’Italia dopo il Covid-19

I dati emersi dalla ricerca Nomisma parlano di un patrimonio pubblico datato,i cui principali punti critici riguardano la scarsa efficienza energetica e la mancata sicurezza sismica. Nello specifico, per quanto riguarda la data di costruzione, il 43% degli uffici comunali è stato costruito prima del 1945, mentre quasi il 59% delle scuole comunali prima del 1976. Secondo lo studio, la riqualificazione del patrimonio pubblico immobiliare non residenziale italiano porterebbe un forte slancio al Paese dopo la crisi causata dalla pandemia da Coronavirus, ma non si tratterebbe solo di una spinta a livello economico. Questo progetto, infatti, permetterebbe di vincere sfide importanti anche su altri fronti, portando benefici a livello sociale e ambientale. Vediamo quali sono gli investimenti stimati per questo piano e tutti i suoi vantaggi.

L’investimento economico necessario

L’investimento stimato per il Green New Deal sul patrimonio pubblico è pari a 39 miliardi di euro, da realizzare su un orizzonte pluriennale, e rappresenterebbe un potenziale almeno doppio rispetto a quanto stimato, per esempio, per il Superbonus 110%; sebbene si tratti di una somma ingente, è una spesa sicuramente sostenibile, considerando anche le risorse pubbliche che saranno disponibili: debito pubblico, Recovery Fund o Next Generation, Fondi Strutturali 2021-2027, etc…

Gran parte delle risorse andrebbe usata per la messa in sicurezza sismica degli edifici, soprattutto per le Regioni del Centro-Sud Italia (che presentano un rischio maggiore), tipologia di intervento che richiederebbe la creazione di nuovi strumenti di incentivazione da parte dello Stato.

Discorso diverso per quanto concerne i lavori di riqualificazione energetica, che godono, invece, di maggiore solidità economica, soprattutto nelle Regioni del Nord Italia, dove i tempi di ritorno degli investimenti sono più ridotti. A questo vanno aggiunti i meccanismi di incentivazione per l’efficientamento energetico rivolti alla Pubblica Amministrazione, come il Conto Termico.

In caso di efficientamento energetico, quindi, agli enti locali spetterebbero investimenti ridotti, nella maggioranza dei casi. Parte di questi, inoltre, potrebbe essere finanziata direttamente dalle imprese private, attraverso il sistema del Partenariato Pubblico Privato, che consentirebbe a molte Amministrazioni di ammodernare una parte consistente del patrimonio immobiliare senza gravare troppo sui propri bilanci.

I vantaggi economici

Il Green New Deal sul patrimonio immobiliare pubblico porterebbe un sostegno economico immediato al Paese. Secondo lo studio di Nomisma, questa immissione di liquidità nel sistema avrebbe un effetto moltiplicativo del prodotto interno lordo pari a 3,6 volte la somma investita: nello specifico, i 39 miliardi di euro usati per gli interventi di riqualificazione permetterebbero di generare effetti diretti e indiretti pari a 91,7 miliardi di euro di produzione e 50,1 miliardi di indotto, per un impatto complessivo di 141,8 miliardi.

Il progetto, inoltre, avrebbe delle ricadute positive anche sull’occupazione, generando 380 mila nuovi posti di lavoro nei settori destinati a questi interventi e 490 mila negli altri, per un totale di 870 mila nuovi occupati.

La rivalutazione degli immobili e i risparmi energetici

I benefici economici di questa operazione vanno ben oltre la spinta all’economia determinata dagli investimenti nell’ammodernamento del patrimonio immobiliare pubblico, e toccano anche altri aspetti come la rivalutazione degli immobili della Pubblica Amministrazione (fino a un 30% in più) e i risparmi sulla manutenzione ordinaria e straordinaria derivanti dalla riqualificazione.

In merito ai risparmi energetici generati dai lavori di riqualificazione, il contratto di Partenariato Pubblico Privato prevede che, per alcuni anni, questi siano a favore dei privati che hanno eseguito gli interventi. Al termine del contratto, però, essi ritornano alla PA che, di conseguenza, può beneficiare di una spesa inferiore: questa, secondo Nomisma, si tradurrebbe in un risparmio pari a 450 milioni di euro l’anno.

I benefici per l’ambiente

Come si evince dal nome stesso, il Green New Deal sul patrimonio pubblico garantirebbe anche importanti benefici per l’ambiente. I lavori di riqualificazione, infatti, porterebbero una serie di vantaggi, come ad esempio la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera (si stima una riduzione di 934 mila tonnellate annue di CO2), l’attivazione di un’economia circolare volta alla limitazione dell’uso delle risorse e al riciclo dei materiali da costruzione, la riduzione dell’impatto sui cambiamenti climatici e una maggiore tutela del suolo. Si tratta di aspetti di estrema rilevanza, soprattutto alla luce degli obiettivi concordati a livello europeo con l’Agenda 2030, l’Accordo di Parigi e la neutralità climatica al 2050.

I vantaggi sociali

L’elevata sismicità di diverse aree italiane, unite alle carenze strutturali di molti edifici pubblici, richiede interventi urgenti di messa in sicurezza. A livello sociale, la riqualificazione di queste strutture consentirebbe di accrescere la percezione di essere in un luogo sicuro, di incrementare la produttività e di risparmiare sui costi sociali: nel caso di gravi eventi sismici, infatti, i costi di prevenzione sono nettamente inferiori rispetto a quelli di ricostruzione. Come esperienze italiane ed estere hanno dimostrato, 1 euro investito in prevenzione “rende” 4 euro di costi evitati.

Le proposte di Nomisma per i decisori

L’Italia si trova davanti a numerose sfide dal punto di vista economico, sociale e ambientale e il Green New Deal sul patrimonio pubblico potrebbe essere l’ultima occasione per dare al Paese una prospettiva di sviluppo che unisca aspetti meramente economici con obiettivi di benessere sociale, sicurezza pubblica, sostenibilità ambientale ed ecosistemica. 

In particolare, nel contesto attuale di crisi causata dal Covid-19, il progetto avanzato da Nomisma – che si colloca nell’ambito dei servizi dedicati allo sviluppo sostenibile – rappresenta una proposta basata su dati affidabili, sulla concreta utilità per il Paese e sulla trasparenza

Per far sì che una simile iniziativa non resti nel cassetto, Nomisma fornisce alcuni suggerimenti. Una condizione che non può mancare per portare “in porto” tale iniziativa è, senza dubbio, la volontà politica. Questa ricerca restituisce un quadro molto chiaro circa le caratteristiche e le potenzialità del patrimonio immobiliare pubblico italiano, per cui serve solo l’intenzione, da parte della classe dirigente pubblica, di attuare determinati progetti. 

La seconda condizione imprescindibile sono le risorse finanziarie. Per recuperare i fondi necessari alla realizzazione di questi interventi, Nomisma consiglia di mettere subito il sistema delle imprese nelle condizioni di investire sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico 17,1 miliardi di euro e di destinare una quota del New Green Deal italiano allo sviluppo di un meccanismo di Superbonus per la Pubblica Amministrazione, simile a quanto previsto dal Decreto Rilancio per l’edilizia residenziale.

Infine, servono le competenze progettuali che permettano ai Comuni di valutare le proposte di interesse pubblico. Per far sì che non solo le aree urbane più equipaggiate possano avere questa opportunità, Nomisma suggerisce, almeno per le progettualità complesse, di optare per un’aggregazione territoriale che consenta, soprattutto ai Comuni di piccole dimensioni, di acquisire le competenze necessarie.

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