Il boom dell’enoturismo italiano: dati e riflessioni nella nuova indagine Nomisma-Wine Monitor

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Triplica il numero delle cantine italiane, con un’offerta di servizi per i viaggiatori eno-appassionati sempre più ricca e diversificata di esperienze appaganti e immersive. Determinante in questa crescita del settore enoturistico il ruolo delle donne, anche se non mancano le criticità all’interno di questo segmento comunque in forte accelerazione.

Queste tra le principali evidenze emerse dall’indagine realizzata da Nomisma-Wine Monitor per Movimento Turismo del Vino, Città del Vino, Donne del Vino e La Puglia in Più e presentata al Vinitaly 2023 nell’ambito di un evento al quale hanno partecipato Daniela Santanchè, Ministro del Turismo, Dario Stefàno, docente di Economia delle imprese turistiche all’Università Lumsa e di Enoturismo alla Luiss Business School, Donatella Cinelli Colombini, ideatrice di Cantine aperte e del Movimento Turismo del Vino, Daniela Mastroberardino, presidente delle Donne del Vino e Nicola D’Auria, Presidente nazionale Movimento Turismo del Vino. Lo studio Nomisma-Wine Monitor – diretto da Denis Pantini (Responsabile Business Unit Agrifood e Wine Monitor) e realizzato da Roberta Gabrielli (Senior Project Manager) e Paola Piccioni (Project Manager) – ha preso in esame 265 cantine e 145 comuni di distretti enologici e va a costituire il 19° Rapporto dell’Osservatorio Nazionale del Turismo del Vino.

Si tratta della ricerca più estesa mai realizzata in Italia e fotografa un settore che accelera, registrando un aumento significativo sia nel numero delle cantine sia nelle tipologie delle esperienze offerte.

L’identikit delle cantine turistiche italiane

Una cantina piccola con accoglienza familiare: è questa la caratterizzazione principale delle strutture italiane secondo il report di Nomisma-Wine Monitor. “La tipologia di cantina turistica più diffusa in Italia è quella piccola e familiare (39% del totale) che appare particolarmente presente in Campania, Puglia e Umbria. Seguono le cantine con rilevanza storica o architettonica (14%) che hanno una diffusione più alta in Veneto e in Piemonte. Le imprese con marchio famoso o storico sono il 12% del totale e sono particolarmente diffuse in Veneto e Sicilia. Piemonte, Toscana, Friuli e Sicilia si caratterizzano invece per imprese del vino con particolari bellezze paesaggistiche e naturalistiche (11%) mentre in Puglia e in Umbria è più alta la quota di cantine ben organizzate per l’incoming” – ha commentato Roberta Gabrielli, Nomisma. 

Nel complesso, aumentano e si evolvono rispetto al passato le esperienze offerte in cantina, che coinvolgono il benessere e il relax dei visitatori, con ad esempio una maggiore dotazione di aree verdi, la ristorazione, con proposte di pranzo e degustazioni, gli aspetti culturali (mostre, corsi, visite guidate nei luoghi vicini), lo sport (itinerari in vigna, tour in bici, jogging) e quelli formativi/esperienziali (eventi legati al vino, wine wedding).

Donne protagoniste della wine hospitality

L’indagine Nomisma ha acceso i riflettori su un aspetto importante, che riguarda il ruolo delle donne nell’offerta e nella domanda enoturistica. Infatti, benché le cantine turistiche italiane siano dirette soprattutto da uomini (55%), il management della wine hospitality è soprattutto femminile (73%).

La wine hospitality delle Donne del Vino si differenzia per una maggiore diversificazione dell’offerta: non solo vino, ma anche attività legate al benessere, alla ristorazione (28%) e ai corsi di cucina (40%), alla ricettività (36%), allo sport (piscine 15%) e all’organizzazione di visite a luoghi limitrofi o di collegamento a eventi culturali (50%). In altre parole, le donne stanno efficacemente trasformando l’attrattiva vino in una proposta di soggiorno di uno o più giorni con attività legate all’arricchimento culturale e alla rigenerazione che ha origine nella natura” – ha sottolineato Roberta Gabrielli.

Le criticità dell’enoturismo italiano: localizzazione periferica, chiusure nei fine settimana e nei giorni festivi e ricerca del personale

Il report Nomisma-Wine Monitor ha tuttavia evidenziato anche alcune criticità. In particolare, il 44% delle cantine sono lontane dai circuiti turistici o enoturistici, problema particolarmente evidente in Friuli Venezia Giulia, Umbria e Campania.

Inoltre, la metà delle cantine chiude al pubblico nel fine settimana e nei giorni festivi, chiusura che sovente riguarda anche molti uffici turistici: questo costituisce un serio problema dal momento che i flussi dei visitatori sono invece solitamente concentrati nei giorni di festa e durante il week end.

Un terzo aspetto problematico per le cantine turistiche riguarda invece la ricerca del personale: nel biennio 2021-2022 3 cantine su 4 hanno riscontrato difficoltà a trovare figure addette all’accoglienza turistica, in particolare in Veneto, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Piemonte e Umbria” – ha aggiunto Roberta Gabrielli.

Città del Vino ed enoturismo: sinergie per lo sviluppo futuro

La ricerca si è infine soffermata sulle sinergie per lo sviluppo futuro del settore e ha approfondito l’identità delle Città del Vino, il network che promuove e valorizza il vino e la sua cultura per creare progetti condivisi e strategie di marketing turistico a livello nazionale ed europeo. 

Per i 145 sindaci intervistati nella survey di Nomisma, infatti, essere Città del Vino significa promuovere e valorizzare il vino e la sua cultura (per il 76%); essere all’interno di una rete, di un progetto condiviso per poter creare strategie di marketing turistico (65%); avere una capacità di raccontare e di creare occasioni di promozione del territorio, dei suoi prodotti e delle sue aziende (48%).

Il Rapporto evidenzia anche gli ambiti in cui i Comuni possono migliorare per favorire l’enoturismo: potenziamento degli uffici di informazione turistica e loro apertura nei giorni festivi; sostegno alla formazione del personale anche per gli uffici pubblici in materia enoturistica; dotazione di strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale; maggiore condivisione delle collaborazioni e fare sempre più rete” – ha concluso Roberta Gabrielli.

Wine Monitor Nomisma

Il report presentato a Vinitaly è stato realizzato da Wine Monitor, l’Osservatorio di Nomisma ideato per decifrare le dinamiche e gli sviluppi di un mercato in costante evoluzione come quello del vino, e per supportare tutte le realtà della filiera vitivinicola con servizi miratati.

Si tratta di una piattaforma di dati raccolti ed elaborati dal team della business unit agroalimentare di Nomisma, specializzato in analisi economiche e consulenze strategiche per aziende private e organizzazioni pubbliche. 

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Immagine in evidenza di: Pixel to the People/Shutterstock

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