Innextart®, la startup che favorisce nuove forme di incontro tra il mondo museale e i patrons

In Italia 1 comune su 3 presenta una struttura a carattere museale: si parla di 3.882 musei pubblici e raccolte di collezioni, che devono essere salvaguardate. In questo contesto, il ruolo del Manager Culturale – una delle nuove professioni nell’ambito artistico – è quello di costruire una “gestione attiva” dell’arte, grazie ad uno studio dell’evoluzione della domanda culturale che possa guidare la risposta ai nuovi bisogni, al rafforzamento dell’attitudine al reperimento e alla gestione delle risorse finanziarie per la
realizzazione di progetti e la tutela del patrimonio.

In questa luce Innextart® – start up innovativa sviluppata in collaborazione con il laboratorio NEST della Scuola Normale Superiore di Pisa – è felice di supportare in maniera più efficiente e sostenibile i musei, per una gestione e valorizzazione dell’immenso patrimonio a disposizione, stimolando al contempo nuove sinergie tra il mondo museale e i patrons, imprese e collezionisti.

La soluzione tecnologica offre l’opportunità di acquisto di un alter ego digitale delle opere rilasciato direttamente dai musei detentori dell’originale fisico e comprendente tutte le informazioni relative costantemente aggiornate. Innextart® permette, quindi, a collezionisti e patrons di accedere all’inestimabile valore di opere d’arte uniche custodite nei nostri musei, supportandone così le attività.

Il progetto, a cura del Professor Gianfranco Adornato, lo scorso 18 ottobre nello spazio museale Torre del Conte Ugolino ha supportato la mostra “Le vite del marmo”, curata proprio dall’Istituto pisano. Attraverso documentazioni storico-artistiche, un’ampia serie di fotografie, insieme a rilievi scientifici fatti con nuove tecniche non invasive sul marmo effettuati presso il Laboratorio di nanotecnologie NEST, la mostra ha raccontato il viaggio nel tempo affrontato da questi manufatti risalenti al I-II secolo dopo cristo, tra danneggiamenti (per esempio quello dell’alluvione di Firenze), e successivi restauri che non ne hanno intaccato il fascino. Un modo nuovo di vedere l’arte, che punta al vissuto anche fisico della materia delle opere, per raccontarci storie sorprendenti e arricchire notevolmente non solo la nostra conoscenza artistica ma anche tecnico-scientifica.

“Dal progetto di ricerca allo spin-off: esito virtuoso di questo percorso scientifico è Innextart®, una soluzione etica e trasparente per la gestione e valorizzazione delle collezioni artistiche. Si tratta di un nuovo modello di fruizione e archiviazione dei dati scientifici attraverso l’uso del modello tridimensionale virtuale: uno strumento di lavoro, che vuole diventare una modalità di gestione dei dati e di ricerca innovativa”. Questo è quanto ha dichiarato Gianfranco Adornato, Professore aggregato di Archeologia Classica Scuola Normale Superiore, in occasione della mostra.

“La tecnologia Innextart® consente e abilita un nuovo mecenatismo 4.0. e nuove catene del valore a sostegno del mantenimento, della valorizzazione del patrimonio e della sua digitalizzazione” ha spiegato Francesco Flamini, Founder Innextart®, durante l’evento.

“In Italia, 1 comune su 3 ha un struttura a carattere museale, si parla di quasi 4mila musei pubblici e raccolte di collezioni, che devono essere salvaguardate” ha affermato Roberta Gabrielli, Senior Project Manager Nomisma e Consultant per il Piano di Marketing Innextart “Questa fotografia si completa guardando al mercato internazionale dell’arte che nel 2021 vale 65,1 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto allo stop del 2020. In Italia, l’industry – che tiene in considerazione l’intera filiera – vale 1,46 miliardi nel 2019 con un’attivazione di impatto complessivo per la società di 3,78 miliardi di euro. Crediamo che questo primo importante appuntamento rappresenti una tappa fondamentale per la crescita di Innextart e la sua conoscenza da parte di tutti gli stakeholder coinvolti. Una soluzione che, grazie alla gestione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, consente a imprese e collezionisti una forma attiva di patronage e, in particolare per le prime, una certificazione d’impatto delle proprie attività di CSR.”

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