Italiani sempre più attenti a scelte alimentari sostenibili: il ruolo della filiera agroalimentare nel contribuire alla neutralità climatica

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9 italiani su 10 sono consapevoli della gravità della situazione ambientale del nostro pianeta e la sostenibilità  rappresenta il principale driver di scelta negli acquisti alimentari del 32% delle famiglie. Si tratta di alcuni dei dati evidenziati da Nomisma in occasione dell’evento “Verso COP26. Il contributo della filiera agroalimentare agli obiettivi di neutralità climatica” che ha avuto luogo il 14 settembre 2021. 

L’incontro, realizzato con il patrocinio del MiTE – Ministero della Transizione Ecologica, ha fornito un’occasione di confronto e riflessione sui temi della sostenibilità e della transizione ecologica della filiera agroalimentare. Un momento in cui Istituzioni, associazioni e mondo della produzione agroalimentare hanno portato al tavolo obiettivi, azioni e strategie implementate nella direzione della lotta al cambiamento climatico e le sfide future ancora da affrontare.

Durante l’evento – moderato dal giornalista Giorgio Dell’Orefice – la Responsabile Market Intelligence di Nomisma, Silvia Zucconi, ha presentato la relazione “Sostenibile quotidiano“. La ricerca ha approfondito tre aspetti importanti: gli obiettivi di sostenibilità posti dall’Unione Europea, la situazione ambientale attuale, sia in ambito globale che nazionale, e il grado di coinvolgimento degli italiani rispetto a queste tematiche. 

A conclusione della presentazione si sono svolte due tavole rotonde: la prima dedicata al mondo delle imprese agroalimentari, la seconda all’impegno delle istituzioni agli obiettivi di neutralità climatica.

Scopriamo, dunque, i principali elementi emersi dallo studio di Nomisma e l’approccio dei consumatori alla tematica della sostenibilità in ambito alimentare.

La situazione mondiale e nazionale rispetto alle richieste di sostenibilità dell’UE

Sono numerosi gli obiettivi che l’Europa intende perseguire, attraverso il Green Deal, al fine di assicurare un futuro più sostenibile e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra questi i più rilevanti sono ridurre l’inquinamento, preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità e sviluppare un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, ma anche accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente, puntare su un’economia circolare, garantire l’approvvigionamento di energia pulita, economica e sicura, stimolare la ricerca e l’innovazione.

Tuttavia, la strada da percorrere sembra ancora lunga. A livello mondiale, ad esempio, si continua a registrare un’anticipazione del cosiddetto “overshoot day”, ossia il giorno in cui l’umanità consuma tutte le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno, e un aumento dele emissioni di gas serra (negli ultimi 30 anni sono cresciute del +50%). I settori che contribuiscono di più a queste emissioni sono quello energetico (nel 2018 ha pesato per il 76% del totale emissioni generate), dell’agricoltura (12%) e della trasformazione industriale (6%).

Tuttavia, sono evidenti gli sforzi e le iniziative verso una transizione verde. Nel 2019, in Europa, il 19% dell’energia complessivamente consumata derivava da fonti rinnovabili, quota aumentata di 2,2 punti percentuali rispetto al 2015. Con riferimento all’Italia l’utilizzo di energia rinnovabile nel 2019 si è attestato al 18,2% del consumo finale lordo, contro il 17,5% del 2015. È invece consolidata la leadership europea dell’Italia nell’economia circolare e nel recupero e riciclo dei rifiuti: nel 2019, in Italia è stato avviato a riciclo il 68% dei rifiuti prodotti, rispetto alla media europea che si aggira intorno al 41%.

Sostenibilità in Italia: un obiettivo importante, incluso anche nel PNRR

La transizione ecologica rappresenta, inoltre, un punto fondamentale del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano. A questa missione, sono destinati 69 miliardi di euro. Le parole e i concetti legati alla sostenibilità vengono poi citati 465 volte all’interno del documento, a riprova dell’importanza che riveste la tematica ambientale per il nostro Paese. 

L’attenzione ai temi della sostenibilità – attraverso stili di vita e comportamenti di acquisto – è espressione di una chiara azione sinergica a tutela e protezione dell’ambiente che diventa complementare alle strategie green intraprese dalle imprese. Dal 2011 al 2019 è cresciuta di 8 punti percentuali la propensione delle imprese a fare ecoinvestimenti, (passando dal 14% al 22%), con previsioni sul prossimo triennio che coinvolgeranno un quarto delle imprese. Scelta che guarda al futuro ma che è sostenuta anche dai risultati nel medio periodo in termini di performance (la quota di imprese che – nel corso del 2020 – hanno registrato una crescita in termini di fatturato ed export è sensibilmente maggiore tra le imprese che investono in sostenibilità).

Italiani sempre più consapevoli e preoccupati della salute del pianeta

Dopo aver fatto il punto sulle richieste dell’UE e sulla situazione mondiale e nazionale rispetto agli obiettivi di sostenibilità, la ricerca Nomisma si è concentrata sull’approccio degli italiani a queste tematiche. Attraverso un’indagine che ha coinvolto 1.000 italiani – con un campione rappresentativo della popolazione italiana – sono state individuate le preoccupazioni e le percezioni delle persone rispetto alla situazione ambientale e e i comportamenti messi in atto per salvaguardare il pianeta. 

Lo studio evidenzia la forte consapevolezza sulla gravità delle condizioni in cui versa l’ambiente: dichiarata da quasi 9 italiani su 10. L’attenzione agli aspetti ambientali resta alta, nonostante la pandemia: per il 41% degli italiani l’ambiente è diventato un aspetto più importante rispetto al pre-Covid ed è rimasto una priorità per un altro 25%.

Le questioni che preoccupano di più sono il riscaldamento globale e il cambiamento climatico, citati dal 64% degli italiani. Seguono la produzione e il trattamento dei rifiuti e l’inquinamento atmosferico, indicati, rispettivamente, dal 42% e dal 36% della popolazione.

Comportamenti d’acquisto non sempre in linea con la preoccupazione per l’ambiente

A questa preoccupazione per la situazione del pianeta e la certezza che sia necessario fare qualcosa per invertire la rotta (7 italiani su 10 dichiarano che ognuno può fare tanto per migliorare le cose), non corrispondono ancora regolari comportamenti d’acquisto sostenibili. La quota di consumatori che li adotta in maniera sistematica, infatti, si attesta al 52%. 

Ciò può essere ricondotto – almeno in parte – ad una willingness to pay ancora limitata. Il 54% degli italiani, infatti, dichiara di non essere disposto a pagare un differenziale di prezzo per un prodotto più rispettoso dell’ambiente. È quindi evidente l’importanza di comunicare correttamente il valore del prodotto e dei suoi attributi di sostenibilità sottostante la possibile maggiorazione di prezzo. Soprattutto se si pensa che 1 italiano su 3 lamenta di non avere informazioni sufficienti a valutare la sostenibilità di ciò che acquista e il 58% vorrebbe comunque saperne di più.

Metodo di produzione, packaging, origine e filiera: l’identikit di un prodotto alimentare sostenibile

Quali sono gli elementi che, secondo gli italiani, contribuiscono a rendere un prodotto “sostenibile”? Metodo di produzione (33% delle citazioni) e packaging (33%) sono le caratteristiche che contribuiscono maggiormente al posizionamento di sostenibilità di un prodotto alimentare. Seguiti da origine e filiera (influenti per il 21% dei consumatori) e dalla responsabilità etica e sociale (9%).

Tra i fattori che aiutano i consumatori a valutare la sostenibilità di alimenti e bevande vengono citate, invece, le informazioni su origine delle materie prime (48%), tracciabilità della filiera (28%), risparmio di CO2 durante la produzione (20%). Risultano determinanti anche le indicazioni legate alle modalità di riciclo del packaging (31%), alla percentuale di materiale proveniente da fonti rinnovabili (25%) e alla quantità di plastica ridotta o eliminata (21%).

Sostenibilità come driver di scelta

La ricerca Nomisma evidenzia anche come il rispetto per l’ambiente rappresenti oggi un driver di scelta importante per gli acquisti degli italiani. Il 32%, infatti, seleziona i prodotti alimentari principalmente in base alle loro caratteristiche di tutela ambientale e il 28% in relazione alla presenza di un packaging green

Questo aspetto influisce anche sulla preferenza dei punti vendita in cui fare acquisti food & bevarage e delle marche dei prodotti alimentari da preferire. Il 28% dei consumatori cerca negozi con un ampio assortimento di prodotti sostenibili e il 25% preferisce acquistare in punti vendita che offrono molti prodotti con confezioni green. Sono inoltre 7 italiani su 10 ad aver acquistato, nel corso del 2021, prodotti alimentari o bevande realizzati da marche attiva sulla sostenibilità ambientale.

Cosa si aspettano gli italiani dalla filiera agroalimentare

L’impegno per la salvaguardia del pianeta, dunque, è un driver di scelta importante anche rispetto alle aziende da cui acquistare. Ma cosa significa, per gli italiani, essere un’impresa sostenibile? Quali sono le caratteristiche ritenute fondamentali? Gli aspetti più importanti sono l’impiego di fonti energetiche rinnovabili e l’utilizzo responsabile delle risorse, citati dal 64% e dal 60% dei consumatori, seguiti dalla produzione sul territorio nazionale e dall’attenzione ai diritti e al benessere dei lavoratori, ritenuti rilevanti dal 37% e dal 34%.

Gli italiani, inoltre, nutrono aspettative precise rispetto alle azioni che la filiera agroalimentare dovrebbe intraprendere in futuro per ridurre l’impatto delle loro attività sull’ambiente. In particolare, dal settore agricolo si attendono una riduzione dell’uso dei pesticidi e delle sostanze chimiche (62%), una maggiore garanzia del benessere degli animali negli allevamenti (41%), il rifiuto dell’utilizzo di OGM (27%), e la conversione alla produzione biologica (23%). 

Le ditte che producono packaging, secondo i consumatori, dovrebbero puntare sulla promozione di confezioni con materie prime 100% riciclabili (45%), compostabili o biodegradabili (39%),  riciclate (37%) o senza eccessi di imballaggio (31%). 

All’industria alimentare, invece, gli italiani chiedono di incrementare l’utilizzo di packaging sostenibile (47%), di avvalersi di energie rinnovabili (42%), di adottare azioni di sgrammatura, eliminare l’overpackaging o preferire la proposta di prodotti sfusi (31%) e di compensare le emissioni generate in fase di produzione (30%). 

Il tema del pack come strumento di sostenibilità è presente anche rispetto alla distribuzione. Settore che per operare in maniera più sostenibile, secondo i consumatori, dovrebbe ampliare l’offerta di prodotti con confezioni green (34%) e accrescere la sostenibilità dei punti vendita (25%).

Packaging, alimenti e persone al primo posto: la sostenibilità secondo le aziende

Dopo la presentazione della ricerca Nomisma, è intervenuto Andrea Accorigi, della Segreteria Tecnica del Ministero della Transizione Ecologica, che ha illustrato la Proposta del Piano di transizione ecologica su cui il Ministero sta lavorando. 

Ha quindi seguito la tavola rotonda dedicata al mondo delle imprese, a cui hanno partecipato Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo, Francesco Faella, Presidente Tetra Pak Italia, Leonardo Mirone, Direttore Acquisti Imballi e Responsabile Sostenibilità delle filiere Barilla, Marco Pedroni, Presidente ADM, Marcella Mallen, CoPresidente ASviS ed Eugenio Sapora, Country Manager Italia Too Good To Go. 

Ogni azienda ha fornito il suo punto di vista in merito alla transizione ecologica, sottolineando la rilevanza di parlare di sostenibilità come di un argomento a tutto tondo, che abbracci molteplici aspetti: quello ambientale ma anche quello sociale ed economico.

Il sostegno alla sostenibilità da parte delle istituzioni

La seconda tavola rotonda ha visto la partecipazione dell’Onorevole Manlio Di Stefano, Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, e la Senatrice Maria Alessandra Gallone, Segretaria della 13^ Commissione permanente Territorio, Ambiente, Beni ambientali. Si è parlato del sostegno da parte della Farnesina alle imprese esportatrici, anche attraverso una quota riservata alla finanza verde per favorire le aziende che seguono linee guida di sostenibilità, ma anche dell’importanza di prevedere, nelle confezioni dei prodotti alimentari, delle indicazioni sulla modalità di smaltimento del packaging, anche attraverso l’applicazione della normativa europea.

Osservatori Nomisma: una preziosa fonte di informazioni per orientare le decisioni di business

Grazie all’esperienza maturata in numerosi settori economici, Nomisma mette a disposizione Osservatori che permettono di monitorare costantemente molteplici mercati. Questo consente di fornire alle imprese dati sempre aggiornati, grazie ai quali orientare le proprie decisioni di business. Agli Osservatori di mercato si affiancano gli Osservatori ad hoc, dunque uno strumento mirato, cucito attorno alle specifiche esigenze dell’azienda cliente. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a osservatori@nomisma.it

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