Affrontare uniti la ‘tempesta perfetta’: le sfide della filiera italiana delle bevande analcoliche nella ricerca Nomisma per ASSOBIBE

Market Intelligence

Nel 2021 tornano a crescere i consumi di bevande analcoliche in Italia (+8% rispetto al 2020). Ma sul futuro pesano diverse incognite tra incertezza del quadro economico, possibili restrizioni per l’HORECA e nuove tasse, tanto che nel primo trimestre del 2022 si sono registrati i primi segnali di rallentamento (-3,6% in GDO).

Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca “I soft drinks in italia: status, nuove sfide & scenari evolutivi per il settore” realizzata da Nomisma per ASSOBIBE, l’Associazione Italiana Industrie Bevande Alcoliche, e presentato in occasione dell’Assemblea Generale di ASSOBIBE, tenutasi a CIBUS 2022.  

All’evento, moderato da Micaela Cappellini (Il Sole24Ore) e trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube di ASSOBIBE, sono intervenuti: Gianmarco Centinaio – Senatore e Sottosegretario MIPAAF; Giangiacomo Pierini – Presidente ASSOBIBE; EmanueleDi Faustino – Senior Project Manager Nomisma; Monica Mantovani – Vice Presidente Anfima; Marco Bergaglio – Presidente Unionplast; Annamaria Barrile, Vice Direttore Generale Confagricoltura; Antonio Portaccio – Presidente Italgrob; Roberto Calugi – Direttore Generale FIPE; Marcello Pincelli, vice presidente ASSOBIBE.

ASSOBIBE è al fianco delle imprese del settore HORECA per proporre soluzioni, negoziare accordi e impedire l’introduzione di nuove tasse – Presidente Giangiacomo Pierini

Il 2021 non è stato semplice perché la pandemia ha proseguito nei suoi effetti negativi e non è stata ancora definitivamente sconfitta. Il canale HORECA è stato colpito da chiusure e limitazioni; e ci sono state ripercussioni in diversi ambiti collegati al nostro settore, dal turismo alla pausa pranzo, in seguito allo smart working. Tutto questo è stato amplificato da un ridotto potere d’acquisto delle persone. La pandemia ha cambiato il modo di lavorare e le abitudini dei consumatori e la nostra filiera deve affrontare nuove sfide, dal drammatico e insostenibile aumento dei costi dell’energia a quello delle materie prime, fino ai trasporti. Un contesto aggravato dallo scoppio della guerra in Ucraina. Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, l’ha definita la ‘tempesta perfetta’. Una tempesta che riguarda tutte le imprese, piccole, medie e grandi. ASSOBIBE è al fianco di queste imprese per proporre soluzioni, negoziare accordi con le istituzioni e i sindacati, impedire l’introduzione di nuove tasse. Va in questa direzione la stesura di due nuovi protocolli che hanno l’obiettivo di risolvere i problemi più stringenti: uno, sottoscritto con il sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa, per la riduzione dello zucchero nelle bevande; l’altro, con il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), per valorizzare le materie prime italiane, di cui conosciamo il valore e che sono l’orgoglio del Made in Italy” – ha spiegato Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE.

Lavorare insieme, per uscire dalla “tempesta perfetta” – Senatore Gianmarco Centinaio

Ci troviamo in una tempesta perfetta, e non solo perché viviamo un’economia di guerra, ma per una serie di condizioni che arrivano da lontano, prima fra tutte la speculazione che ha coinvolto le materie prime, i costi energetici, i trasporti. Una speculazione che riguarda non solo HORECA ma la nostra filiera di vita. Per uscire da questa tempesta bisogna lavorare insieme, imprese, istituzioni e Governo. E occorre rivedere alcuni termini che rischiano di diventare accademici e privi di contenuti e azioni concrete. Per questo oggi dobbiamo parlare di sostenibilità non solo ambientale, ma anche delle aziende, del lavoro, delle famiglie e adottare le opportune strategie” – ha osservato Gianmarco Centinaio – Sottosegretario MIPAAF.

“I soft drinks in Italia: status, nuove sfide & scenari evolutivi per il settore” – la ricerca di Nomisma

L’evento è proseguito con la presentazione della ricerca di Nomisma, “I soft drinks in italia: status, nuove sfide & scenari evolutivi per il settore”, illustrata da Emanuele Di Faustino, Senior Project Nomisma.

Dopo l’annus horribilis 2020, che ha visto crollare il PIL del 9% a causa della pandemia, nel 2021 l’economia italiana è tornata a crescere, segnando un +6,6%. Ma il conflitto in Ucraina e l’aumento del costo delle materie prime rischiano di frenare questa ripresa. Le rosee prospettive di inizio anno, infatti, hanno subito un forte rallentamento, che impatta sui consumi delle famiglie (in Italia e all’estero) e sugli investimenti delle imprese” – ha premesso Emanuele Di Faustino

Nel 2021 il mercato delle bevande analcoliche è tornato a crescere

Entrando nel vivo della ricerca, si nota come la ripresa dell’HORECA (+30% nel 2021 rispetto al 2020) abbia trainato la risalita del mercato delle bevande analcoliche, grazie alla cessazione delle restrizioni imposte dalla pandemia e al ritorno delle occasioni di socialità. 

A crescere nel 2021 sono anche i consumi fra le mura domestiche. Secondo i dati NielsenlQ, le vendite di soft drinks in GDO hanno messo a segno un +1,7% a volume nel 2021 rispetto al 2020: questo grazie a bevande piatte (tè freddi, sciroppi, spremute), bibite per la mixology e sport/energy drinks.

Nonostante gli incrementi (nel complesso +8% tra 2020 e 2021), il livello complessivo dei consumi di bevande analcoliche è ancora al di sotto del periodo pre-covid: -6% del 2021 rispetto al 2019” – ha osservato Di Faustino.

La ripresa dell’economia italiana è messa a dura prova dal conflitto in Ucraina e dai crescenti prezzi delle materie prime

Da fine 2021 si sta assistendo ad una crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime energetiche: +592% per il gas naturale e +77% per il petrolio a marzo 2022 rispetto a marzo 2021. Un forte danno per l’Italia (e l’Europa in generale) alla luce dell’elevata dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti energetici, in primis dalla Russia” – ha rimarcato Di Faustino. 

I rincari riguardano anche il food: a marzo 2022 l’Indice dei prezzi alimentari della FAO ha raggiunto i livelli più alti di sempre: 159,3. “Ben più alto della crisi alimentare del giugno 2008 e della crisi finanziaria del febbraio 2011. Questo perché ci sono diversi elementi che incidono sui prezzi delle materie agricole alimentari, come i trasporti, i costi energetici e la guerra in Ucraina, che vede coinvolti due paesi strategici per il commercio di alcuni prodotti chiave per l’agrifood, come il frumento tenero, l’olio di semi di girasole e i fertilizzanti”. 

L’aumento dei costi delle materie prime energetiche e agricole, dei metalli, tra cui l’alluminio, degli input produttivi e dei trasporti unitamente alle difficoltà di approvvigionamento e ai rallentamenti nella logistica stanno mettendo a dura prova l’operatività delle imprese italiane: un fenomeno che coinvolge anche le imprese dell’alimentare e delle bevande e i comparti funzionali al settore come il packaging e la distribuzione” – ha spiegato Di Faustino.

Uno scenario internazionale complesso che si ripercuote sull’industria food&beverage, tanto che secondo i dati forniti da Confindustria e ripresi dalla ricerca Nomisma, il 93% delle aziende è preoccupata per l’aumento del costo dell’energia e il 90% per quello delle materie prime. “Un problema molto sentito anche per la maggioranza dei consumatori (77%), che reagiranno alla crescita generalizzata dei prezzi riducendo i consumi e l’acquisto dei prodotti alimentari ritenuti non indispensabili” – ha osservato Di Faustino.

Il 2022 registra segnali di rallentamento per il mercato dei soft drinks

La crescita dei prezzi di beni e servizi che allarma l’opinione pubblica sta chiaramente impattando anche sulle famiglie italiane: secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, 4 italiani su 10 sono preoccupati dell’inflazione tra caro bollette/benzina e aumento dei prezzi di alimenti e altri beni.

A causa di tale scenario, i primi mesi del 2022 vedono dei segnali di rallentamento per il mercato dei soft drinks in GDO: nel complesso, i volumi venduti calano del 3,6% nel I trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre i valori restano pressoché stazionari in virtù di un incremento dei prezzi medi (fonte: NielsenIQ)”.

Quale futuro per il mercato delle bevande analcoliche in Italia nei prossimi 3 anni?

Nel prossimo futuro sul mercato italiano dei soft drinks pesano diverse incognite tra incertezza del quadro economico, possibili nuove chiusure per l’HORECA per via del Covid e l’entrata in vigore della sugar tax nel 2023

La ricerca Nomisma, mediante simulazioni, ha delineato diversi possibili scenari per i consumi domestici in Italia. “Sulla base dell’attuale scenario che vede un rallentamento dell’economia, un’inflazione crescente e una frenata dei consumi, per il 2022 si prevede un lieve calo dei consumi di soft drinks (-0,4% vs 2021) e poi una ripresa nel 2023-2024 anche se saremo ancora al di sotto dei livelli pre-covid. La contrazione nel 2022 è destinata ad accentuarsi se si ipotizza un aumento dei contagi dopo l’estate e nuove restrizioni per il canale HORECA nel periodo ottobre-dicembre, tanto che a fine anno si potrebbe assistere ad una contrazione del 2,3%. Inoltre, con l’introduzione della Sugar Tax i consumi subiranno una forte flessione vista l’elevata sensibilità dei consumatori italiani al fattore prezzo, soprattutto per i consumi domestici: nel complesso, con la Sugar Tax il mercato nel 2023 si dovrebbe contrarre del 12% rispetto al 2022 e di ben il 17% se lo si confronta con lo scenario pre-pandemico (2019)” – ha concluso Di Faustino.

La tavola rotonda e le preoccupazioni della filiera “da valle a monte”: dal costo delle materie prime alle dinamiche del packaging, dal mercato del lavoro ai problemi della logistica

La seconda parte dell’evento ha chiamato in causa i protagonisti della filiera, “da monte a valle”, chiamati a valutare i possibili scenari futuri, le sfide e le opportunità per superare la crisi e rilanciare il Made in Italy. 

Tempesta perfetta è la definizione ideale per descrivere il momento storico che stiamo attraversando. L’aumento dei costi di produzione legato alle materie prime è difficile da gestire perché non è possibile scaricarlo sui consumatori. L’auspicio è quello di lavorare insieme, mi riferisco a tutta la filiera, affinché in futuro ci sia una fiscalità amica per le imprese del comparto” – ha commentato Annamaria Barrile, Vice Direttore Generale Confagricoltura. 

Dalla materia prima al packaging, le preoccupazioni dei relatori sono le medesime. 

Il 2020 è stato un anno terribile, pieno di incertezze. Dopo la ripresa del 2021, l’aumento dei costi delle materie prime e il conflitto, che destabilizza emotivamente i consumatori, generano un trend insostenibile, perché l’incremento dei prezzi a monte non può ricadere sempre sulle singole imprese e infine sulle famiglie. Cosa può succedere in futuro? Puntare sulla sostenibilità aziendale, ovvero non introdurre nuove tasse e avere un reale sostegno dal governo” – ha ribadito Monica Mantovani, vice presidente Anfima.

Il problema delle materie prime, che già scarseggiavano nel 2021 e che oggi hanno prezzi alle stelle, +120/130%, si aggiunge a una serie di criticità energetiche latenti. Le soluzioni per la filiera? Far capire l’importanza del riciclo e investire ancora di più nelle operazioni di raccolta, che in Italia funzionano già benissimo, ma vanno ulteriormente migliorate. Oggi, nel Paese, si recupera più del 90% dell’immesso al consumo degli imballaggi di plastica; questo avviene grazie alla raccolta stradale e a quella dei Comuni. Solo il 10% dei rifiuti plastici finisce in discarica, una quota da azzerare per gli obiettivi fissati dalla Comunità Europea, ma questo accade perché al centro e al sud non esistono impianti per il recupero energetico.” – ha ricordato Marco Bergaglio, presidente Unionplast. 

In rappresentanza della filiera “a valle” sono intervenuti Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe, Antonio Portaccio, Presidente Italgrob e Marcello Pincelli, vice presidente ASSOBIBE.

Dopo lo tsunami economico che nel 2020-2021 ha investito il settore, con oltre 40 mila aziende chiuse e 200 mila occupati in meno, il dato 2022 sui consumi evidenziato dalla ricerca di Nomisma è in leggerissima flessione, ma noi ci auguriamo che a fine anno recuperi. Ma un altro aspetto che contribuisce alla ‘tempesta perfetta’ è quello del lavoro: un problema drammatico, con un tasso di disoccupazione giovanile insostenibile, da Paese del terzo mondo. Oggi ci sono locali chiusi perché i titolari non trovano personale, cuochi, camerieri e così via. É evidente che la totale mancanza di politiche attive del lavoro sta spiazzando il mercato e questo impatta enormemente su tutte le stime del settore” – ha riferito Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe. 

I problemi legati alla logistica sono diversi: i costi, il trasporto, l’assenza di driver. Una delle maggiori difficoltà delle aziende, infatti, è la difficoltà a trovare il personale per guidare gli automezzi. Si stima che manchino in Italia fra le 15 mila e le 20 unità per soddisfare quelle che sono le richieste di trasporto in questo momento. A questo scenario si aggiunge il dramma del conflitto bellico, perché la maggioranza dei driver era di nazionalità ucraina. Premesso questo, concordo con l’intervento di Roberto Calugi: dobbiamo riavvolgere il nastro, guardare allo scenario di mercato in maniera positiva e propositiva. I numeri emersi nella ricerca di Nomisma sono eloquenti, ma storicamente, dopo qualsiasi crisi, di natura politico-sociale, pandemica o bellica, è sempre seguita una bolla speculativa su petrolio, prodotti energetici, materie prime e cereali, quindi un ridimensionamento, che oggi tuttavia non è possibile a causa di un’altra terribile variabile: la guerra. Per questo dico che i numeri vanno osservati anche da un’altra ottica e con obiettività. Il settore non è stato messo in ginocchio ‘solo’ a causa della pandemia, perché già nel 2019 c’erano segnali di crisi e numeri negativi. Il mercato italiano è dato per il 70% dalla domanda interna, quindi occorre sedersi al tavolo e ragionare seriamente sui temi caldi che penalizzano il settore HORECA, come ad esempio quello della liquidità e del pagamento dei debiti verso i fornitori di prodotti food&beverage” – ha affermato Antonio Portaccio, Presidente Italgrob. 

I dati sui consumi riflettono numeri che non erano brillanti nemmeno prima della pandemia: l’Italia è uno dei mercati più deboli in Europa per quanto concerne il consumo di bevande analcoliche. Oggi, in più, incidono l’inflazione, la guerra. Dal punto di vista delle aziende si aggiunge il problema dei costi, enormemente aumentati. Con meno ricavi e più costi, l’equazione non torna, l’effetto sul conto economico delle aziende è negativo. Detto questo, ci sono due modi per affrontare la situazione: uno è quello di cercare di alzare la parte alta del conto economico, ovvero le vendite; l’altra è quella di ridurre i costi. La strada che abbiamo intrapreso noi è quella di puntare ad alzare le vendite, quindi stimolare i consumi e un circolo virtuoso. Dobbiamo lavorare insieme per riportare i consumi a un livello più alto e di questo beneficerà l’intera filiera” – ha concluso Marcello Pincelli, vice presidente ASSOBIBE. 

Le ricerche Nomisma: business information e marketing intelligence al servizio del cliente

La ricerca presentata a Cibus 2022 è una delle puntuali analisi di mercato in ambito agroalimentare che Nomisma conduce per monitorare i trend e le performance del settore grazie alle competenze interdisciplinari sviluppate nell’attività di ricerca e consulenza e alla profonda conoscenza delle dinamiche di mercato.Per informazioni: emanuele.difaustino@nomisma.it

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