29 novembre 2024 – Nel 2023, gli affitti brevi gestiti tramite Airbnb hanno generato un impatto complessivo sull’economia di 7,9 miliardi di euro in termini di valore di produzione e di 3,3 miliardi di euro di Valore Aggiunto, con oltre 54.000 unità di lavoro attivate. È quanto emerge dal rapporto di Nomisma commissionato da Airbnb e presentato durante la 41ª Assemblea Annuale ANCI – Associazione nazionale Comuni italiani.
Gli immobili destinati alle locazioni brevi, tramite Airbnb, rappresentano l’1,3% delle abitazioni complessive a livello nazionale. Considerando tale quota, è ragionevole ipotizzare che lo stock di abitazioni destinate agli affitti brevi non abbia eroso l’offerta abitativa a livello nazionale, se non in misura marginale, con eccezione dei centri storici delle città d’arte dove la presenza di affitti brevi risulta più concentrata.
Tuttavia, gli affitti brevi si inseriscono in un contesto più ampio, caratterizzato da una forte domanda di abitazioni in affitto, che aggrava il problema dell’accessibilità, anche a causa di un’offerta che fatica a tenere il passo, come dimostra l’elevata percentuale di case inutilizzate, pari al 13% del totale delle abitazioni, un dato che sottolinea le potenzialità ancora inespresse del mercato immobiliare.
Con politiche mirate, una parte di queste abitazioni potrebbe essere gradualmente reintrodotta nel mercato degli affitti. La strada per rispondere in modo più efficace alla crescente pressione sul mercato residenziale, accentuata dalla domanda turistica e universitaria, è quella dell’incentivazione differenziata sulla base della tipologia di utilizzo.