
Negli ultimi dodici mesi – il periodo coperto dalla presente edizione di Nomos & Khaos – instabilità e disordine si sono ulteriormente accentuati, ponendo nuove sfide alla governance globale ed alla gestione del processo d’integrazione europea.
Hanno contribuito a questa tendenza tanto l’opzione statunitense in favore dello Smart Power, che implica un minor impegno dell’America alla stabilizzazione internazionale, quanto gli effetti cumulativi del processo di redistribuzione della ricchezza e del potere politico, ormai in atto da almeno tre decenni, ma in evidente accelerazione.
La capacità di gestione delle crisi è complessivamente diminuita tanto nell’ambito strategico quanto in quello economico-finanziario, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto per l’avvenire dell’Europa, nella quale sono ormai in pericolo conquiste che si ritenevano irreversibili, come l’apertura delle frontiere e la creazione della divisa unica. Non tutto, peraltro, è ancora perduto. Piuttosto, è opinione degli estensori del presente Rapporto che gli europei possano ancora sottrarsi ad un destino di declino e marginalità geopolitica, intraprendendo una coraggiosa azione di riforma delle istituzioni comunitarie che ne elimini le più rilevanti vulnerabilità sistemiche.
Una questione decisiva è quella concernente i poteri della Banca Centrale Europea, al cui potenziamento resiste tuttavia la Germania, Paese che sembra aver sposato un’accezione piuttosto ristretta dei propri interessi nazionali. Sullo sfondo, peraltro, vi è la più essenziale questione del posizionamento dell’Unione Europea nei nuovi equilibri globali che si stanno delineando. Nomos & Khaos passa in rassegna, come di consueto, gli scenari che si presentano davanti ai decisori politici ed ai concerned citizens del nostro Continente, evidenziando le connessioni esistenti tra la gestione dei fenomeni economici e le loro ripercussioni geopolitiche generali.
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