Osservatorio Economico Federvini. Vini, spirits & aceti italiani: valori, mercato e competitività internazionale

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L’Italia è il primo Paese per aumento dell’export di vini nel periodo 2019-2021. Gli spirits mostrano una crescita sostenuta sia sul mercato domestico che nelle esportazioni. Il Balsamico traina le vendite di aceto in Italia.

Sono queste alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio Economico Federvini, realizzato in collaborazione con Nomisma e TradeLab con l’obiettivo di fornire regolarmente dati e ricerche in termini di andamenti di mercato, di trend presenti e futuri e di modelli di consumo responsabile.

All’evento di lancio dell’Osservatorio svoltosi il 23 novembre 2021 a Milano presso la Fondazione Feltrinelli sono stati presentati i due studi Vini, Spiriti e Aceti: Valori Mercato e Competitività, curato da Nomisma, e Vini e Spiriti nel Mercato dei Consumi Fuori casa, realizzato da TradeLab.

Di seguito si riportano i principali risultati dello studio di Nomisma presentato da Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare, e Emanuele Di Faustino, Project Manager.

La pandemia ha modificato le abitudini di consumo: diminuisce il peso dell’on-trade in favore dell’off-trade

Lo studio Nomisma ha innanzitutto messo in luce l’impatto della pandemia nelle abitudini di consumo degli italiani. Le restrizioni che hanno interessato i pubblici esercizi durante i mesi del lockdown (e non solo) hanno difatti ridimensionato il ruolo del canale Ho.re.ca. nei consumi di vini e spirits in Italia in favore dell’off-trade: nello specifico, il consumo presso bar, ristoranti e locali è sceso dal 33% al 21% per i primi e dal 54% al 41% per i secondi, generando di contro un aumento del ruolo giocato dagli acquisti nel canale retail (dal 67% al 79% per i vini; dal 46% al 59% per gli spirits).

Crescono le vendite in GDO e corre l’export di vino italiano

La prima parte dello studio si è focalizzata sul vino analizzando sia le tendenze sul mercato domestico sia le dinamiche sui mercati internazionali. 

Nel canale off-trade italiano (Iper, Super, LSP e discount) il vino registra nel periodo gennaio-settembre 2021 un +6,1% di crescita rispetto allo stesso periodo del 2020, raggiungendo il valore di 1.947 miliardi di euro, in virtù soprattutto dell’impulso fornito dagli spumanti (prodotti che avevano particolarmente sofferto nel 2020) che mettono a segno un poderoso aumento del +27,5%, trainati dalle tipologie Charmat secco e Metodo Classico (fonte: NielsenIQ).

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

Crescono anche le esportazioni e in generale il vino italiano sta riscuotendo importanti successi presso i principali paesi importatori. Gli acquisti di vino made in Italy, sempre per il periodo gennaio-settembre 2021 a confronto con il 2020, evidenziano aumenti del 14,7% negli Stati Uniti, del 6,1% in UK, del 9,4% in Germania, del 15% in Canada, del 27% in Russia e di ben il 47,2% in Cina.

Negli Stati Uniti, in particolare, le esportazioni di vino italiano registrano un tasso di crescita rispetto al livello pre-pandemico (2019) che è oltre il doppio di quello fatto registrare dalla crescita dei vini spagnoli (+6,8%) e oltre il triplo di quello fatto registrare dalla crescita dei vini francesi (4,7%).

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

La Francia si conferma leader per il valore delle esportazioni

L’Italia è il Paese che nel 2021, rispetto al 2019, registra l’aumento più alto dell’export di vini: +12,1% contro il +10,9% della Francia. Il nostro Paese si conferma inoltre il primo paese esportatore mondiale di vino per volumi, seguita dalla Francia che però è prima per valore delle esportazioni. Sui mercati internazionali i vini italiani scontano, rispetto a quelli francesi, una differenza di prezzo che non trova giustificazioni sotto il profilo della qualità. Basti pensare che, mentre i rossi di Bordeaux escono dai confini francesi a 14 €/litro, quelli piemontesi non vanno oltre i 9,4 € mentre i toscani non arrivano a 8 €/litro.

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

Prosegue la crescita del canale digitale

Oggi il 27% dei consumatori italiani di vino acquista online (a fronte di un 17% di tre anni prima), con quote maggiori tra gli uomini (31%), i millennials (32%) e coloro che hanno una capacità di spesa alta, ossia un reddito mensile superiore ai 3.000 euro (35%).

Grazie alla crescita della consumer base e degli acquisti sul web registrati nell’ultimissimo anno, il peso dell’e-commerce sul totale delle vendite dell’off-trade è raddoppiato tra il 2019 e il 2020 arrivando al 2%. Siamo però ancora lontani dalle dinamiche che interessano altri mercati internazionali dove il ruolo delle vendite online è ben maggiore: si pensi al 10% della Francia o al 12% del Regno Unito. Gli spazi di crescita sono dunque ancora davvero enormi.

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

Nel comparto del vino sono le aziende di grandi dimensioni a crescere di più e a trainare l’export

Queste eccellenti performance di mercato sul fronte internazionale sono trainate dalle aziende vitivinicole di grandi dimensioni, che insieme generano ben il 54% dell’export di settore. Confrontando infatti i bilanci del 2015 – 2020 si assiste a una crescita dei ricavi del 22,1% per le imprese con un fatturato maggiore di 50 milioni di euro e del 15,3% per le imprese con un fatturato fra i 10 e i 50 milioni di euro. In lieve flessione (-5,5%), invece, i ricavi per le aziende di piccole dimensioni, ossia con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.

Spirits: crescono le vendite in GDO, trainate dalla categoria degli aperitivi (+23,8%) e dal fenomeno del mixology

La seconda parte dello studio condotto da Nomisma nell’ambito dell’Osservatorio Federvini si è soffermata sul mercato degli spirits.
Proprio come i vini, anche gli spirits registrano nel periodo gennaio-settembre 2021 una forte crescita delle vendite nel canale off-trade: +8,4% rispetto allo stesso periodo del 2020, con un considerevole volume d’affari di 841 milioni di euro.
Sebbene la gran parte di queste vendite sia da ricondurre a distillati ed acquaviti (44% del totale in valore), a mostrare le migliori performance dell’anno è la categoria degli aperitivi alcolici: +23,8% rispetto al 2020 (trend che aumenta al +43,1% per i prodotti pre-mixati in bottiglia, ossia già pronti da consumare).

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

A trainare le vendite degli aperitivi alcolici è il fenomeno del “mixology” che da quando è scoppiata la pandemia non è più solo legato alle occasioni di consumo fuori casa – pub, bar, ristoranti, discoteche – ma è sempre più diffuso anche tra le mura domestiche: a conferma di ciò, ben il 35% dei consumatori italiani preferisce bere a casa spirits in modalità mixata (spritz, gin tonic, mojito e negroni i cocktail preferiti).

Nel caso dei liquori dolci, i top seller della categoria sono il limoncello, la sambuca e i cremosi, mentre tra i distillati un ruolo di primissimo piano è giocato dalla grappa (92 milioni di euro il valore delle vendite nei primi 9 mesi del 2021). Tuttavia, se nel caso dei liquori dolci a dominare sono le produzioni nazionali, nel caso dei distillati la gran parte delle vendite riguarda prodotti di importazione come whisky, rum, brandy e gin. E sono proprio questi ultimi a mettere a segno la crescita maggiore all’interno della categoria: +30% nel periodo gennaio-settembre 2021 rispetto al corrispettivo del 2020, trend trainato (anche in questo caso) dalle crescenti occasioni di consumo in modalità mixata.

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

Il mercato degli spirits: aumenta anche l’e-commerce e l’export torna ad espandersi

L’e-commerce comincia a ritagliarsi uno spazio di mercato anche nel settore spirits. Nel 2021 il 25% dei consumatori, infatti, ha aumentato i suoi acquisti online di superalcolici rispetto al 2019 e oggi la quota di chi compra spirits sul web si è attestata al 16%.

Anche gli spiriti segnano una buona performance sui mercati internazionali facendo registrare nei primi 8 mesi dell’anno un export di 828 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020 e superando i livelli pre-covid, grazie alle ottime dinamiche di due eccellenze del made in Italy: liquori e, soprattutto, grappa.

Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di destinazione per i liquori italiani e registrano, negli 8 mesi, una crescita del 21% rispetto al 2020, seguono la Germania, il Regno Unito, la Francia e il Canada. Per la grappa, che sempre nel periodo considerato cresce sensibilmente su tutti i principali mercati, i principali paesi di destinazione sono – oltre alla Germania che intercetta la gran parte delle vendite all’estero – Svizzera, Austria, Canada e USA.

Nel comparto degli spirits, infine, proprio come accade in quello dei vini, sono le grandi imprese a trainare il mercato, registrando nel quinquennio 2015-2020 le migliori performance: +3,6% per le imprese con oltre 50 milioni di euro di fatturato, +5,8% per quelle tra i 10 e 50 milioni di euro, mentre quelle tra 2 e 10 milioni di euro segnano una flessione del 3,9%

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

Nella categoria degli aceti, il Balsamico traina le vendite

La terza e ultima parte dello studio di Nomisma ha riguardato gli aceti, l’altra categoria (insieme a vini e spiriti) rappresentata da Federvini e lustro del made in Italy grazie al consolidato prestigio del Balsamico di Modena. Ed è proprio quest’ultimo a registrare un ottimo andamento sia sul mercato interno che all’estero.

In Italia le vendite dell’Aceto Balsamico nel canale off-trade crescono del 4,3% nei primi nove mesi del 2021, a fronte di un trend di generale contrazione per la categoria (-5,0%) da ricondursi in primo luogo alla riduzione delle vendite dell’aceto di vino che rappresentano ben il 46% delle vendite in valore della categoria aceti.

Decisamente positivo anche il trend sul versante internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, il principale mercato straniero di riferimento, dove le esportazioni segnano un aumento del +24% nel periodo gennaio-agosto 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. In crescita anche le vendite in Francia (+12%), mentre soffrono le esportazioni in Germania (-23%) e Gran Bretagna (-7%). Si ricorda – a tal proposito – come l’aceto balsamico sia uno dei prodotti italiani maggiormente vocati ai mercati esteri: nel caso dell’Aceto Balsamico di Modena IGP la propensione all’export in valore è di ben il 92%.

Vini e aceti italiani mercato e competitività internazionale

Wine Monitor e Osservatorio Spirits, le due piattaforme per interpretare il mercato

L’osservatorio di mercato Nomisma realizzato per Federvini si muove nell’ambito di Wine Monitor e Osservatorio Spirits, due piattaforme nate con l’obiettivo di aiutare imprese e istituzioni coinvolte nella filiera vitivinicola e nel settore degli spirits nell’interpretazione delle tendenze di mercato. Si tratta di due strumenti innovativi e sempre aggiornati, dedicati all’analisi economica di dati ed informazioni e alla consulenza strategica.

Per informazioni: denis.pantini@nomisma.it – emanuele.difaustino@nomisma.it

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