Osservatorio Packaging del Largo Consumo: sempre più attenzione alla sostenibilità da parte delle insegne della GDO

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La sostenibilità, ambientale e sociale, è un incontrastato elemento di attenzione e leva decisionale sia per le insegne della GDO italiana che per i consumatori. Già centrale nel periodo antecedente la crisi sanitaria, la tutela del benessere ambientale e sociale conferma – con la pandemia da Covid – il suo ruolo di primaria importanza nell’agenda politica nazionale, europea e mondiale così come nei modelli di produzione e consumo. Attributo qualificante per la sostenibilità dei prodotti alimentari è il packaging, per il quale si ricercano e prediligono sempre più requisiti quali riciclabilità, utilizzo di materiali rinnovabili o vegetali e ricorso a confezioni con materiali a ridotte emissioni di CO2

È quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife-Università di Padova

Il primo approfondimento della seconda edizione dell’Osservatorio è stato dedicato alla valutazione del ruolo del packaging nelle scelte strategico-operative della GDO e al monitoraggio delle azioni già in essere o in via di realizzazione. L’indagine dell’Osservatorio – svolta nel periodo Giugno-Luglio 2020 – ha coinvolto 9 insegne della GDO italiana: Bennet, Carrefour, Conad, Coop, Despar, Esselunga, Gruppo Gabrielli, MD e Pam.
Scopriamo i dati più importanti emersi da questa analisi.

Presentazione della seconda edizione dell’Osservatorio: i partecipanti

La seconda edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma è stata presentata il 28 settembre. L’evento – moderato dal giornalista Armando Garosci, Direttore di “Largo Consumo” – si è aperto con la mappatura del mercato tramite le relazioni di Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence Nomisma, Nicola De Carne, Retailer Client Business Partner Nielsen e Alessandro Manzardo, Socio Fondatore di SpinLife.

Alla tavola rotonda che ha seguito la presentazione hanno preso parte Francesco Faella, Presidente Tetra Pak, Mirco Gabbin, Direttore Generale Acqua & Terme Fiuggi S.p.A., Barbara Iascone, Responsabile Ufficio Studi Istituto Italiano Imballaggio, Cinzia Linguerri, Responsabile Packaging Conad, Simone Santini, Chief Commercial Officier Fileni, Antonio Vaccari, Responsabile HSE Esselunga e Luciano Villani, Responsabile Imballaggi Coop.

La sostenibilità al centro delle richieste degli italiani

La sostenibilità e l’attenzione all’ambiente rappresentano temi centrali in ambito europeo, basti pensare all’European Green Deal, che si pone l’obiettivo di rendere l’Europa il primo Continente a emissioni zero entro il 2050, e alla strategia From Farm to Fork, basata sull’ideale di un cibo equo, sano e sostenibile. In Italia, inoltre, i progetti selezionati e finanziati tramite le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per i programmi Recovery & Resilience Facility avranno – tra gli altri – l’obiettivo di guidare la transizione verde e digitale del Paese.

Questa attenzione ai temi della sostenibilità non riguarda solamente l’agenda politica: secondo il 35% degli executive italiani, infatti, nei prossimi 3-5 anni la società italiana vedrà un maggiore sviluppo della green economy, un altro 32% si aspetta un incremento della sensibilità sul tema della sostenibilità ambientale, mentre il 27% crede nell’affermazione della mobilità dolce.

Più attenzione alla sostenibilità nelle scelte d’acquisto

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, i consumatori italiani hanno mostrato ancora più attenzione alla sostenibilità ambientale dei prodotti che scelgono di mettere sulla propria tavola: il 27% ha incrementato gli acquisti sostenibili ed ecofriendly, rispetto al periodo precedente alla pandemia, il 23% ha preferito orientarsi verso articoli con un pack igienico e sicuro, mentre il 21% verso punti vendita che promuovono prodotti green.

Questa tendenza si affermerà anche nel prossimo futuro. In seguito all’emergenza sanitaria, infatti, il 42% degli shopper darà più importanza all’acquisto di beni alimentari sostenibili: nel 2021, rispetto al 2019, il 39% opterà maggiormente per un pack a basso impatto ambientale, il 34% per prodotti sostenibili (tutela ambientale, lavoro equo, …) e il 30% per il biologico.

L’attenzione all’ambiente, inoltre, è diventato anche un importante driver di scelta – sia dei prodotti che delle insegne in cui fare acquisti: basti pensare che il 75% dei consumatori preferisce acquistare presso esercizi che presentano iniziative coerenti con questo tema e che il 71% è disposto a cambiare il negozio in cui fa la spesa a favore di un altro punto vendita che offre prodotti con un packaging più green.

L’impegno delle insegne della GDO sul fronte sostenibilità: la forte attenzione al packaging

Già prima del Covid-19, il tema della sostenibilità aveva ampia rilevanza nelle scelte strategico-operative delle insegne della GDO italiana. Secondo i dati Nielsen riferiti al 2018-2019, infatti, il management sostenibile delle risorse è cresciuto del 2,8% e ha visto soprattutto un maggiore interesse verso il tema del pack e la riduzione di emissioni di CO2; un’azienda su 4, inoltre, ha nella propria offerta prodotti sostenibili. 

Le insegne della GDO – nell’ambito della fase di ascolto in profondità condotta da Nomisma – confermano il packaging dei prodotti come uno degli aspetti su cui si concentrano (e si concentreranno) le scelte green.

Ma cosa significa packaging sostenibile? Per i retailer l’attributo più importante a garantire la sostenibilità della confezione è – in prima battuta – la riciclabilità (effettiva e percepita dal consumatore). Fondamentale anche il ricorso a materie prime da fonti rinnovabili o vegetali (importanza media 8,4 su 10) e che garantiscono ridotte emissioni di anidride carbonica (8,0 su 10).

I retailer italiani, attraverso un approccio riassumibile nel binomio Reduce & Replace, sono concentrati a ridimensionare fino ad eliminare l’utilizzo della plastica vergine sostituendola con materiali più sostenibili e – quando non possibile a causa di vincoli economici, tecnologici o di conservabilità e shelf life dei prodotti – ridurne l’apporto. Non stupisce quindi che il 78% delle insegne stanno agendo nella direzione di ridurre il peso del apck (attraverso la sgrammatura delle confezioni) ed aumentare il ricorso a materiali riciclati (plastica compresa). 6 insegne su 9 stanno lavorando sulla riduzione del pack in eccesso e il 44% concentra le prorie azioni sulla riduzione delle emissioni di CO2.

Come saranno comunicate le scelte green della GDO?

I consumatori italiani sono sempre più informati e consapevoli dell’impatto prodotto dalle scelte di acquisto alimentari. In questo contesto, la comunicazione rappresenta una non trascurabile leva strategica. La corretta comunicazione delle azioni sostenibili messe in campo costituisce quindi uno strumento in grado di garantire un importante vantaggio competitivo ai retailer. Vediamo quali saranno gli aspetti su cui si concentreranno maggiormente le insegne nei prossimi mesi.

Tra i principali temi che saranno oggetto della comunicazione green figura, ancora una volta, il packaging green: il 44% delle insegne si concentreranno su questo aspetto, valorizzando azioni come la riduzione del pack in eccesso, l’impiego di plastica vergine o di materiali provenienti da fonti rinnovabili. Il 33% comunicheranno aspetti legati alla filiera e al territorio, mentre il 22% si focalizzeranno sulla sostenibilità ambientale a 360° e sulla diminuzione del consumo energetico.

Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma

Con l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo Nomisma intende offrire uno strumento di analisi e monitoraggio per valutare la sostenibilità ambientale del packaging dal punto di vista dei consumatori, dei retailer e dell’impatto di CO2. Per avere maggiori informazioni su questo e sugli altri osservatori Nomisma, puoi scrivere a osservatori@nomisma.it


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