AIOP Emilia-Romagna: durante il Covid le strutture ospedaliere private hanno accolto 2.254 pazienti

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Bologna, 10 dicembre 2020 – È stata presentata oggi alla presenza dell’assessore alle Politiche della salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini e del membro del comitato tecnico scientifico del Ministero dalla Salute Kyriakoula Petropulacos, la 4° edizione del Bilancio Sociale AIOP Emilia-Romagna. Un percorso di analisi e rendicontazione unico in Italia a livello regionale, che offre agli stakeholder una panoramica aggiornata dei risultati e delle iniziative adottate in ambito sociale, economico e ambientale degli ospedali AIOP operanti sul territorio regionale.

Hanno partecipato all’evento anche Bruno Biagi, Presidente AIOP Emilia Romagna, Silvia De Dominicis, Amministratore delegato Johnson & Johnson Medical Spa, Paolo Bordon, Direttore generale Azienda USL di Bologna e Barbara Cittadini, Presidente AIOP nazionale.

Il rapporto curato da Nomisma a livello metodologico e scientifico, oltre ad analizzare le performance economiche, sociali ed ambientali dell’aggregato di strutture sanitarie associate ad AIOP Emilia-Romagna, si concentra, in questa edizione, sulle riflessioni circa il ripensamento dei servizi assistenziali nell’era “post Covid-19”.

Il ruolo dell’ospedalità privata in Emilia-Romagna

La regione Emilia-Romagna è da tempo impegnata in un percorso di transizione ospedale-territorio e nel consolidamento di percorsi assistenziali alternativi nell’intento di garantire risposte concrete ai nuovi bisogni di salute dei pazienti. Anche nel 2019 l’offerta ospedaliera delle strutture AIOP conferma il proprio fondamentale contributo, con il 25,9% dei posti letto totali della regione, il 18,8% dei pazienti dimessi e il 20,2% delle giornate di degenza complessive. In particolare, la rete ospedaliera privata fornisce un supporto rilevante in alcune particolari discipline sanitarie come, ad esempio, i percorsi di recupero e riabilitativi (gli ospedali privati accreditati assistono ben il 65,4% del totale dei pazienti che necessitano di percorsi di recupero), cardiochirurgia (60%), lungodegenza (44,8%), ortopedia e traumatologia (42,7%). I dati sulla mobilità attiva confermano anche per il 2019 la grande capacità attrattiva dell’ospedalità privata regionale: i dimessi provenienti da altre regioni incidono per il 38,2% sui dimessi totali e risultano essere in crescita del 6% rispetto all’anno precedente.

I numeri delle strutture AIOP Emilia-Romagna

Il panorama del privato accreditato che caratterizza la regione Emilia-Romagna è costituito da un’ampia e articolata rete di soggetti. Delle strutture associate ad AIOP Emilia-Romagna 43 sono case di cura che offrono servizi esclusivamente ospedalieri. Tra gli ospedali 36 forniscono esclusivamente prestazioni di tipo ospedaliero, mentre 7 erogano sia attività ospedaliera che residenziale psichiatrica. I posti letto dell’ospedalità privata ammontano complessivamente a 5.163, di cui 4.779 (93%) accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale. Nel corso del 2019, come evidenzia il report, sono stati dimessi 135.564 pazienti.

L’ultimo anno ha segnato un aumento dell’1,5% del numero dei dimessi totali, denotando un incremento delle attività e interrompendo il trend decrescente che aveva caratterizzato il triennio precedente. Si tratta di un risultato riconducibile allo sforzo messo in atto dalle strutture AIOP e finalizzato a un miglior governo delle liste di attesa. Il 2019 rappresenta un anno particolarmente importante e significativo anche in relazione all’andamento dei flussi di residenti emiliano-romagnoli che cercano assistenza fuori regione. Dopo diversi anni caratterizzati da una costante crescita della mobilità passiva regionale, i ricoveri fuori regione nel privato accreditato si riducono del 2,6% rispetto all’anno precedente, determinando un recupero di oltre 2,2 milioni di euro.

Sul piano occupazionale nel 2019 si registra una crescita all’interno delle strutture AIOP sia nella componente medica sia tra le altre figure sanitarie. Il personale totale si attesta complessivamente oltre le 8.340 unità in crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente.

Le strutture associate AIOP Emilia-Romagna continuano a dimostrare una spiccata sensibilità verso le tematiche di sostenibilità energetica e impatto ambientale. Nel 2019 la spesa ambientale totale delle strutture è stata di 17,8 milioni di Euro, in lieve aumento (+6,4%) rispetto al 2018.  

Il valore della produzione generato dalle strutture è risultato pari a 812 milioni di euro nel 2019, in rialzo del 7% rispetto al 2018. Nel corso del 2019 sono stati stanziati oltre 37 milioni di euro per investimenti, la maggior parte dei quali destinati a supportare miglioramenti e ampliamenti di aree interne ed esterne agli ospedali (46,9%), mentre la restante parte (36,1%) dei fondi investiti sono stati indirizzati ad acquistare macchinari e apparecchiature. Il Valore Aggiunto Globale Lordo (inteso come capacità dell’organizzazione di distribuire la ricchezza prodotta a favore degli stakeholder) si è attestato 531 milioni di euro.

Considerando l’ammontare di acquisti da fornitori si riscontrata una costante crescita negli ultimi anni. In particolare nel 2019 il totale complessivo di acquisti da fornitori ha sfiorato i 300 milioni di euro, con una crescita del 7,5% rispetto al 2018. La maggior parte degli acquisti continua a ricadere prevalentemente su fornitori localizzati in Emilia-Romagna (63,7% degli acquisti, per un totale pari a 191 milioni di euro).

I forti legami commerciali con i fornitori locali supportano anche la creazione di lavoro presso le aziende: molte attività quali lavanderia, cucina, pulizia, manutenzione, sorveglianza (per citarne alcune) vengono realizzate da ditte fornitrici esterne che impiegano un personale dedicato per svolgere le mansioni richieste. Questo aggregato esprime un impatto occupazionale pari a 758 unità nel 2019, per un effetto moltiplicatore dell’occupazione diretta pari al 9%.Considerando tutti questi fattori l’ospedalità privata ha generato nel 2019 una ricaduta economica intesa come impatto che essa genera nei diversi settori dell’economia di 1,3 miliardi di euro per un effetto moltiplicativo delle attività pari a 1,57. In altre parole 1000 euro di risorse stanziate per l’ospedalità si traducono in 1.570 euro nel sistema economico per effetto di un incremento della domanda, dei redditi e dei consumi.

COVID-19 in Emilia-Romagna: l’alleanza pubblico-privato

Sin dall’inizio della pandemia le strutture ospedaliere private hanno fornito un contributo fondamentale nella gestione dell’emergenza sanitaria affiancando la componente pubblica nella gestione dei pazienti. Alla data del 24 novembre 2020, i posti letto messi a disposizione dalle strutture AIOP, ammontano a 1.557 unità, occupando a livello complessivo il 44% del totale posti letto delle strutture AIOP normalmente assegnati dalla Regione. A livello territoriale la distribuzione non è stata del tutto omogenea: se a Reggio Emilia e Ferrara le necessità emergenziali hanno portato a una richiesta pari al 15% dei posti letto accreditati totali, la quota sale al 66% a Bologna (583 posti letto aggiuntivi sui quali il Sistema pubblico ha potuto fare affidamento). Considerando i posti letto messi a disposizione, il 36% è stato destinato a pazienti Covid in fase acuta o post acuta, il restante 64% a pazienti ordinari.

Considerando i ricoveri e dimissioni – i dati disponibili consolidati sono da considerarsi al 30 settembre 2020 – a fronte di quasi 16mila dimessi le strutture private accreditate AIOP anno contribuito alla gestione dell’emergenza accogliendo 2.254 pazienti, pari al 12,4% del totale dei pazienti ospedalizzati con diagnosi Covid. Sono dati che dimostrano come la rete degli ospedali privati accreditati AIOP abbia risposto alla chiamata delle istituzioni e del servizio pubblico offrendo piena disponibilità e collaborazione, riducendo la propria attività ordinaria e riorganizzando i reparti.

Verso una nuova normalità sanitaria

Il dilagare dell’epidemia ha messo in luce la fragilità del sistema sanitario italiano. Il Paese e le Regioni si trovano forzati a un ripensamento dei servizi assistenziali e a una vera e propria ristrutturazione del sistema sanitario nazionale ispirata a un modello più integrato e flessibile.

Progettare il cambiamento sarà la vera sfida futura. Per un ripensamento del sistema Nomisma indica 5 punti fondamentali. In primis il potenziamento della medicina territoriale, attraverso il rafforzamento delle strutture intermedie. In secondo luogo occorre ripensare nuove soluzioni per le fasce più deboli della popolazione, come ad esempio gli anziani. Sono necessari strumenti di welfare complessi che renando davvero concreta l’integrazione tra sanità e assistenza, anche attraverso sistemi territoriali dove le due componenti si integrano e concorrono tra loro per elevare la qualità di vita della popolazione anziana. E ancora, incentivare la medicina digitale superando il modello tradizionale di sanità. Già da diversi anni la tecnologia mette a disposizione strumenti innovativi per la medicina, ma è necessario prevedere investimenti crescenti a sostegno della “rivoluzione digitale”. Altro punto fondamentale è quello della difesa dell’equità sociale anche tramite la riduzione delle liste d’attesa. Il blocco delle attività ordinarie ha portato alla ribalta la spinosa questione delle liste d’attesa ambulatoriali e chirurgiche. Per questo motivo è necessario continuare a stimolare la collaborazione fra le politiche regionali e l’azione dei privati accreditati per la definizione di progetti integrati e maggiormente condivisi sui territori. In ultimo potenziare le attività di prevenzione che non sono state sufficienti. I sistemi di sorveglianza epidemiologica non sono stati abbastanza integrati, con drammatiche conseguenze sulla capacità di creare e diffondere conoscenze veloci, comuni e condivise. Acquisire consapevolezza dell’evitabile è un passo obbligato nella costruzione degli scenari futuri.

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