Riordino Enti Locali: prosegue l’impegno di Nomisma per le Fusioni di Comuni

Servizi Tecnici

“La fusione di Comuni è un’opportunità che presenta benefici economici e, soprattutto, consente di riorganizzare la macchina comunale per offrire servizi più efficaci ed efficienti e migliorare la vita dei cittadini”. Così Francesco Capobianco, Project Manager di Nomisma, interviene su un tema di stringente attualità: il riordino degli Enti Locali e più in generale del territorio, alla luce della normativa ma anche dei profondi cambiamenti socio-economici che stanno investendo la società e che riguardano il benessere delle persone.

Entriamo ora nel dettaglio dell’argomento per comprendere il quadro normativo di riferimento, i vantaggi della fusione di Comuni e come funziona lo studio di fattibilità proposto da Nomisma per accompagnare gli Enti Pubblici in questo processo di riorganizzazione amministrativa.

Il quadro normativo e l’”anello debole” dei Comuni

Nell’ultimo ventennio, seppur con ritmi differenti, le Amministrazioni Pubbliche locali si sono trovate a fronteggiare l’insorgere di diversi fenomeni non soltanto sotto il profilo politico ed istituzionale, ma anche relativamente a quello economico-finanziario.

Da un lato, il processo di globalizzazione ha richiesto agli Enti Locali – anche di piccola scala – un innalzamento delle competenze e delle aree di specializzazione e, dall’altro, lo Stato centrale ha via via ridotto le risorse da destinare a tali Enti, mettendo, in non pochi casi, a repentaglio il funzionamento della macchina amministrativa.

Nel recente passato, inoltre, a questi fattori si sono andati a sommare tre profondi shock recessivi (2008-2009, 2012-2013 e la crisi economica attuale in seguito all’insorgere della pandemia da Covid-19) che hanno prodotto una diminuzione delle risorse disponibili in termini di entrate fiscali a fronte di nuove e crescenti aree di marginalità sociale ed economica.

L’ “anello debole” della catena istituzionale ovvero i Comuni, si sono quindi trovati a dover gestire nuovi bisogni con meno risorse, pur rappresentando i “luoghi” nei quali il “cittadino” manifesta quotidianamente le proprie esigenze. 

Per ovviare, almeno parzialmente, a questo insieme di fenomeni, le legislazioni regionale e nazionale e la stessa classe politica, almeno nei contesti più maturi, hanno intrapreso un profondo processo, tutt’ora in corso, di riordino amministrativo

Uno dei cardini di tale processo è l’istituto delle Unioni di Comuni (disciplinato dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che attuava la legge 3 agosto 1999, n. 265, specie con riferimento all’articolo 32) ovvero un Ente costituito da due o più comuni per l’esercizio congiunto di funzioni o servizi di competenza comunale.

Tale istituto, tuttavia, non ha trovato concreta attuazione in diversi contesti territoriali e così l’opzione della fusione tra Comuni è diventata percorribile per recuperare efficienza ed efficacia nell’erogazione dei servizi ai cittadini ed evitare duplicazioni di costi tra enti comunali, specie in un contesto in cui è venuto a mancare il livello istituzionale provinciale, a seguito dell’entrata in vigore della Legge 56 del 2014 (la cosiddetta “Legge Delrio”). 

“L’Unione di Comuni non ha funzionato come forse si sperava per due motivazioni: la prima, perché il Presidente viene nominato dai sindaci e non ha, di fatto, il pieno riconoscimento dei singoli cittadini, i quali non partecipano alla sua elezione diretta. La seconda, di natura politica, perché davanti al cambio di colore di un componente di Giunta, si creano le condizioni per bloccarne o rallentare l’attività dell’Unione, in seguito a veti incrociati o atteggiamenti ostativi. A queste ragioni si aggiunge che la normativa che disciplinò per prima l’Unione di Comuni, nel 1990, parlava di associazione provvisoria, in attesa, dopo dieci anni, dell’obbligatoria fusione” – osserva Francesco Capobianco, che ha già gestito diversi percorsi di questo tipo.

Opportunità e benefici della Fusione di Comuni

Il processo di fusione di Comuni si innesta nell’attività di pianificazione strategica territoriale con cui Nomisma, da sempre, accompagna le Amministrazioni Locali ben oltre l’attività di consulenza, redigendo studi di fattibilità, in cui si rendono esplicite e trasparenti le opportunità a disposizione nei processi di riorganizzazione. 

La fusione è senza dubbio una modifica istituzionale forte. Intanto scompare il nome dei precedenti Comuni in favore di un nome nuovo, con i cittadini che si domandano perplessi che fine farà il loro municipio o in quale ufficio dovranno recarsi per i servizi; nel frattempo, le diverse macchine comunali coinvolte devono fondersi, diventare complementari e rendere omogenei i singoli Comuni. Ma le opportunità di questa operazione sono evidenti, dai benefici di natura economica, ovvero i contributi e i fondi statali e regionali messi a disposizione del nuovo ente per avviarsi, alla possibilità di organizzare meglio la macchina comunale per offrire alla comunità servizi più efficaci ed efficienti. La fusione dà l’opportunità di ridisegnare i confini del territorio, per consentire ai cittadini di vivere meglio”.

Lo studio di fattibilità: obiettivo e capitoli del report di Nomisma 

Per accompagnare e supportare i Comuni in questa fase complessa e delicata, Nomisma realizza lo studio di fattibilità, report puntuale incentrato sulla fornitura di elementi tecnico-organizzativi ed economico-finanziari in grado di mettere nelle condizioni gli amministratori e la cittadinanza di adottare ed avviare il processo.

L’analisi si articola in diversi capitoli: dalla diagnosi delle ragioni toponomastiche, storiche, culturali, artistiche, sociali ed economiche della fusione ai suoi effetti sulla riorganizzazione delle strutture, dei servizi pubblici e sul bilancio, fino al coinvolgimento dei cittadini riguardo al progetto, attraverso sondaggi e assemblee. “L’obiettivo dello studio di fattibilità” chiarisce Capobianco “è quello di migliorare i servizi e la qualità di vita dei cittadini, aumentando la capacità attrattiva del territorio. La fusione, infatti, libera risorse non solo economiche ma anche umane, perché ad esempio può essere strumentale alla creazione di un ufficio di progettazione”.

La partecipazione di stakeholder e cittadinanza

Un aspetto fondamentale dello studio di fattibilità prevede la partecipazione di stakeholder e cittadinanza ai processi informativi e decisionali che riguardano i processi di Fusione dei Comuni. Un’attività che Nomisma svolge attraverso sondaggi, incontri pubblici e assemblee per raccogliere i bisogni, le domande e le perplessità della cittadinanza, scardinando paure e pregiudizi. “Fra i cittadini sopravvive il timone che la fusione possa determinare la chiusura del proprio municipio e l’allontanamento di alcuni servizi nevralgici, ma non è così, anzi: con questa operazione i servizi vengono potenziati perché aumentano le risorse, gli uffici, le fasce orarie. Fermo restando che in molti casi le nuove generazioni vivono il territorio già come se fosse unito, perchè frequentano il centro sportivo o la scuola del Comune vicino”.

Mentre la ragione identitaria, se spinta all’eccesso, rischia di far sparire i Comuni, soprattutto quelli più piccoli o periferici, a causa dello spopolamento, della mancanza di servizi o della lontananza dalle città e dalle vie di comunicazione principali. “In un’ottica di tagli alla pubblica amministrazione” chiarisce il Project manager di Nomisma “non va escluso poi il pericolo che un domani i Comuni minori possano essere aboliti con un decreto e tutti i servizi erogati da quel municipio trasferiti dall’oggi al domani. Ecco perché il processo di fusione deve essere partecipato e guidato, coinvolgendo la cittadinanza ed evidenziando le opportunità e i benefici di questa operazione. Come si dice in questi casi, ‘conoscere per deliberare’”. 

Nomisma sul campo: l’esperienza di Polesella e Guarda Veneta (RO)

Uno degli ultimi esempi è il processo in corso a Polesella e Guarda Veneta (RO), nel quale Nomisma, in partnership con il Gruppo Maggioli, ha illustrato alla popolazione i vantaggi in termini di fruizione di servizi e di contribuzioni economiche statali e regionali Rispetto a quest’ultimo punto, per l’anno 2022, il Dipartimento Affari Interni e Territoriali ha reso noto che il contributo straordinario spettante agli enti istituiti a seguito di fusione tra comuni e/o fusioni per incorporazioni è pari a oltre 83 milioni di euro e, negli anni, tale dotazione è stata sempre crescente.

“Il confronto costante con gli Enti, sia sul versante interno delle strutture comunali che rispetto alla partecipazione di stakeholder e cittadinanza, rappresenta un elemento determinante per il successo in sede referendaria, quando l’ultima decisione spetta ai cittadini chiamati a pronunciarsi con un ‘sì’ o un ‘no’. 

Queste iniziative consentono, inoltre, agli Enti di uscire dalla perenne fase di emergenza e dedicare maggiore attenzione e risorse alla programmazione dello sviluppo territoriale, comprese le opportunità derivanti dal PNRR” – conclude Francesco Capobianco.

Nomisma e le attività di sviluppo per il territorio

Lo studio di fattibilità per i processi di Fusione e di Unione di Comuni si inserisce all’interno di un quadro di servizi più ampio che Nomisma assicura come società di consulenza della Pubblica Amministrazione.

Per maggiori informazioni sulle attività di sviluppo per il territorio e le comunità scrivici a entilocali@nomisma.it o compila il form sottostante.

 

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