Aspettando Rivoluzione Bio 2021: per mantenere la leadership in Europa, il mondo del biologico punta al 30% di superficie agricola bio nel 2027

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Per mantenere la leadership in Europa, il mondo del biologico italiano deve puntare ad aumentare la superficie agricola bio, raggiungendo almeno il 30% del totale europeo entro il 2027 – oltre alla soglia definita dalla Commissione e dal Consiglio Europeo. È questo l’ambizioso obiettivo fissato in occasione dell’evento di SANA BolognaFiere curato da Nomisma “Aspettando Rivoluzione Bio | Il Biologico nel nuovo Piano Strategico Nazionale della nuova PAC fra ecoschemi e PSR regionali. Per la transizione ecologica dell’agricoltura italiana”, appuntamento che anticipa le giornate di Rivoluzione Bio 2021 a SANA (9-10 settembre 2021).

“Aspettando Rivoluzione Bio” ha definito il ruolo e il posizionamento degli interventi di sostegno all’agricoltura biologica nel periodo di programmazione 2023-2027. I lavori si sono aperti con l’intervento di Domenico Lunghi, direttore Business Unit Private Label, Food&Pet Industry di BolognaFiere e dell’Onorevole Paolo De Castro. Il key note speech sul tema “Agricoltura biologica e nuova PAC: il ventaglio degli strumenti” è stato tenuto dal Professor Angelo Frascarelli, Docente di Politica Agroalimentare all’Università degli Studi di Perugia.

A seguire la tavola rotonda ha visto come discussant la Presidente di Federbio Maria Grazia Mammuccini, l’Assessore all’Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, Giuseppe Romano – Presidente AIAB e Camillo Zaccarini Bonelli della Direzione Strumenti per la Gestione del Rischio ISMEA. Per la rilevanza degli argomenti affrontati, ha deciso di intervenire e portare il suo prezioso contributo alla discussione anche Francesco Battistoni, Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

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“Il biologico è uno dei punti di forza dell’Europa…e dell’Italia” – Paolo De Castro

Nel corso del suo intervento, l’Onorevole Paolo De Castro – Europarlamentare e Coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo – ha ricordato come, dopo tre anni di faticoso negoziato, il Consiglio UE abbia trovato un accordo importante, con il favore di tutti i Ministri dell’Agricoltura degli Stati Membri, fondato su due pilastri: piena conferma delle direttrici della strategia Farm to Fork presentata dalla Commissione e il raggiungimento di un’agricoltura più sostenibile, più attenta alle risorse naturali, con meno chimica. “Per questo abbiamo l’obiettivo ambizioso di puntare ad almeno il 25% di superficie agricola bio nella UE, una PAC più verde con un quarto del bilancio dedicato agli aiuti diretti dedicato agli ecoschemi. Ora il ruolo degli Stati Membri è cruciale”.

Per l’Europarlamentare e Coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, il Biologico è uno dei punti di forza su cui l’Europa sta puntando: l’Italia è leader a livello mondiale e l’obiettivo del 25% delle superfici è un’ambizione possibile, essendo oggi il nostro Paese vicino a un’incidenza del 16%. “Il Piano Strategico di Azione deve pertanto approfittare della vocazione biologica italiana per fare sempre più bio in Italia e limitare le importazioni di bio non comunitarie”, ha concluso De Castro.

“Il 25% della SAU, un traguardo sfidante ma raggiungibile, prezioso anche per gli obiettivi fissati dal Green Deal” – Camillo Zaccarini Bonelli

Il 25% della Superficie Agricola utilizzata (SAU) destinata al bio è un traguardo sfidante ma raggiungibile, un traino anche per i traguardi fissati dal Green Deal. È l’opinione di Camillo Zaccarini Bonelli della Direzione Strumenti per la Gestione del Rischio ISMEA. “Dalle analisi svolte da ISMEA-RRN il target posto dalla Strategia Farm to Fork di almeno il 25% della SAU nel 2030 è un traguardo sfidante ma raggiungibile, nella definizione del Piano strategico della nuova PAC, adottando il giusto mix fra interventi del I e del II pilastro e il giusto livello di appetibilità finanziaria dei pagamenti di eventuali Ecoschemi biologici”.

Tale obiettivo di incremento del biologico può rappresentare il traino determinante non solo per accompagnare la crescita della domanda e lo sviluppo economico dell’intero settore, ma anche il raggiungimento di altri preziosi traguardi ambientali fissati dal Green Deal, come la riduzione dei fertilizzanti di sintesi del 20% o la riduzione dei prodotti fitosanitari molto tossici del 50% nel 2030.

“In Emilia Romagna le imprese bio sono cresciute del 75%” – Alessio Mammi

Sono ancora più ambiziosi gli obiettivi fissati dall’Emilia Romagna, in uno scenario complessivo regionale di forte ascesa del bio. Lo ha dichiarato Alessio Mammi, Assessore all’Agricoltura Regione Emilia-Romagna. “La Regione si è data obiettivi ambiziosi per i prossimi anni, in particolare coprire almeno il 40-45% della superficie coltivata attraverso produzioni e coltivazioni biologiche e altri sistemi di produzione sostenibile. Di fronte a obiettivi ambiziosi, bisogna essere coerenti: con l’ultimo programma di sviluppo rurale, compreso il biennio di transizione in corso, abbiamo investito complessivamente, in modo diretto o indiretto, 400 milioni di euro a favore dell’agricoltura biologica.

I risultati sono arrivati e i numeri parlano chiaro: in Regione le imprese bio sono cresciute di oltre il 75% e gli ettari destinati al bio del 102%. “Dati davvero impressionanti, raggiunti in pochi anni, che testimoniano l’impegno della Regione e la disponibilità delle imprese agricole e che dimostra quanto queste ultime siano sensibili alla sostenibilità ambientale se adeguatamente accompagnate e sostenute”.

Per l’Assessore Mammi è fondamentale perseguire gli obiettivi del Farm to Fork e del Green Deal, senza perdere di vista il tema della sostenibilità: sia quella ambientale, sia quella economica e sociale, per salvaguardare il reddito delle imprese e agricole. Principi che possono essere rispettati attraverso l’innovazione, la ricerca, l’agricoltura di precisione, tutti settori sui quali l’Emilia Romagna è disposta a continuare a investire. “L’agricoltura biologica sta facendo passi da gigante: dobbiamo continuare a insistere e a supportare le imprese anche nella commercializzazione e promozione dei prodotti bio e nella ricerca di nuovi mercati. Vogliamo diventare il Polo nazionale del biologico, grazie al superamento del 25% della superficie bio, creando le condizioni affinché nascano imprese e filiere anche nella trasformazione dei prodotti bio e ospitando grandi manifestazioni internazionali come SANA. Continuerà inoltre un deciso impegno verso la diffusione del biologico nelle scuole”.

“Gli ecoschemi rappresentano una concreta possibilità di sviluppo dell’agroecologia” – Maria Grazia Mammuccini (FederBio)

“Aspettando Rivoluzione Bio” si è rivelato anche un prezioso tavolo di confronto fra tutti i soggetti coinvolti nel biologico, che hanno potuto, in questo modo, esporre le proprie esigenze e aspettative alle Istituzioni. “In vista di Rivoluzione Bio 2021, questo evento ha rappresentato un momento di confronto importante anche per spingere l’avvio del lavoro del tavolo di partenariato da parte del Ministero, che è in grande ritardo rispetto alle scadenze che ci aspettano per la stesura del Piano Strategico Nazionale (PSN)” ha evidenziato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

Secondo Mammuccini, nonostante i limiti della riforma approvata, gli ecoschemi rappresentano una concreta possibilità di sviluppo dell’agroecologia e il biologico può dare un contributo importante sia sul fronte ambientale, sia su quello economico. Per questo è necessario porsi obiettivi ambiziosi per mantenere la leadership del settore in ambito europeo. “FederBio insieme ad A.I.A.B, con il contributo scientifico del Prof. Frascarelli, ha ritenuto necessario avanzare una proposta coerente con il lavoro portato avanti fino a oggi nell’ambito della coalizione #CambiamoAgricoltura, ma che al tempo stesso tenesse conto dell’accordo finale sulla PAC”. La proposta avanzata prevede di inserire il sostegno agli agricoltori per il mantenimento del bio nelle misure ambientali dello sviluppo rurale e, per quanto riguarda gli ecoschemi, puntare sul principio dell’accessibilità a tutti gli agricoltori inserendo la conversione al bio.

Importante, inoltre, introdurre il riconoscimento dei costi di certificazione per contribuire ad affermare il principio secondo il quale produrre beni pubblici, come ambiente e salute, non può determinare costi maggiori per le imprese che poi ricadano sul consumatore. L’obiettivo è aprire un confronto con gli altri attori del settore, con le Regioni e il Ministero affinché il biologico, come punta più avanzata dell’agroecologia, possa offrire soluzioni innovative anche per il resto dell’agricoltura e raggiungere gli obiettivi della Farm to Fork di riduzione del 20% dei fertilizzanti chimici e del 50% dei pesticidi di sintesi chimica. “È importante, infine, che il PSN sia supportato dall’approvazione della Legge sul biologico e dal Piano d’azione che definisca degli interventi decisivi per la crescita del settore e per la diffusione di Distretti biologici e filiere di Made in Italy bio, che rappresentano un’opportunità per il nostro Paese e per gli agricoltori” – ha concluso il Presidente di FederBio.

“La proposta da A.I.A.B e FederBio consentirà alle aziende di trovare negli ecosistemi spazio e risorse per evolversi” – Giuseppe Romano

Giuseppe Romano – Presidente A.I.A.B – ha iniziato il suo intervento ribadendo il ruolo determinante del Piano Strategico Nazionale che deve essere presentato entro il 31 dicembre: “una scadenza dietro l’angolo che, se non viene affrontata con le giuste intenzioni, rischia di vedere una sintesi grossolana degli obiettivi e dei compromessi al ribasso. Già ci siamo fatti superare da altri Stati membri in termini di superficie (abbiamo infatti perso la leadership europea anche se manteniamo quella del numero di aziende e dell’export), non possiamo ora perdere questa opportunità”.

Anche il Presidente A.I.A.B riconosce la necessità di essere ambiziosi nel fissare gli obiettivi e inoltre l’urgenza di una presa di posizione, resa sempre più necessaria dalla crisi climatica in atto; è ritornato inoltre sulla proposta unitaria presentata insieme a FederBio per il futuro del biologico nazionale ricordando che si tratta di “una scelta maturata che consentirà alle aziende che vogliono convertirsi al biologico di trovare negli ecosistemi spazio e risorse per intraprendere questo percorso. L’obiettivo, infatti, non è quello di mantenere lo status quo ma quello di evolvere”.

In considerazione del peso che l’agricoltura ha nell’emissione dei gas climalteranti, ha ricorda Romano, “è necessario che negli ecoschemi ci sia spazio anche per altri tipi di agricoltura. L’importante è che siano realmente sostenibili e che si facciano degli sforzi per ridurre gli impatti sull’ambiente: non è infatti pensabile che un ecoschema possa consentire l’uso del glifosate“.

“In Italia cresce sia la domanda interna sia l’esportazione dei prodotti bio” – Francesco Battistoni

I lavori si sono chiusi con le riflessioni di Francesco Battistoni, Sottosegretario alle Politiche Agricole. “L’Italia è un Paese nel quale cresce sia la domanda interna di prodotti biologici che i dati sulle esportazioni degli stessi. Siamo secondi esportatori a livello mondiale e primi in Europa per numero di aziende BIO”. Ma nonostante il modello italiano faccia scuola in tutto il mondo, il nostro paese ha ancora importanti margini di crescita. “Sono convinto che grazie alla nuova PAC e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il settore avrà, nei prossimi anni, uno slancio importantissimo. La nostra priorità, come MIPAAF, è proseguire nel dialogo che abbiamo iniziato e lavorare in sinergia con gli attori della filiera” – sostiene Battistoni.

Rivoluzione Bio vi aspetta il 9 e 10 settembre al SANA di Bologna

La tavola rotonda ha anticipato alcuni dei temi che saranno affrontati e discussi durante le giornate di Rivoluzione Bio 2021, il 9-10 settembre prossimi, quando si riuniranno al SANA Bologna gli Stati Generali del Bio. Fra gli obiettivi, sostenere il ruolo del bio nella transizione ecologica, nel recovery plan e nel Piano Strategico della PAC, promuovere un Piano d’Azione italiano e presentare l’Osservatorio SANA 2021, promosso da BolognaFiere e curato da Nomisma, con i numeri chiave del settore e del mercato.

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