Sostenibilità e rendicontazione: nemmeno le PMI saranno escluse

Strategic Advisory

Le imprese coinvolte dai nuovi standard e dalle nuove direttive di sostenibilità sono molte di più rispetto a quelle realmente obbligate.

In uno scenario in rapida e costante evoluzione, la significativa, ampia e impattante produzione normativa e regolatoria europea in ambito sostenibilità e ESG ha rappresentato e rappresenta un’ulteriore sfida per le imprese.
Ultimi in ordine cronologico, il 1° gennaio di quest’anno sono entrati ufficialmente in vigore gli standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards) realizzati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) per dare applicazione alla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). I nuovi standard europei, che hanno avuto una lunga gestazione, saranno adottati dal primo blocco di imprese sottoposte a CSRD – le grandi aziende enti di interesse pubblico – per la redazione delle informative di sostenibilità pubblicate nel 2025 e riferite all’anno 2024.
Gli standard ESRS, elaborati in stretta sinergia con GRI (Global Reporting Initiative) – principale standard internazionale per la rendicontazione di sostenibilità – per raggiungere il massimo livello di interoperabilità, cambiano il volto del reporting di sostenibilità, a partire dal suo cuore: l’analisi di materialità.
Già l’aggiornamento del GRI 2016, con la pubblicazione del GRI 2021 entrato in vigore a gennaio 2023, aveva cambiato radicalmente il concetto della materialità. Gli ESRS hanno introdotto un salto ulteriore con il passaggio dalla materialità singola alla doppia materialità o rilevanza.

Quali sono le novità già in essere e cosa attende le imprese nel breve?

La prima è, come detto, l’analisi di materialità. Siamo stati abituati, per diverso tempo, a concepire la materialità, ovvero i temi fondamentali sui quali obbligatoriamente rendicontare, come quelli derivanti dall’incrocio (più o meno ponderato) delle attese/valutazioni degli stakeholder con le priorità dell’azienda.
Tale analisi, accompagnata anche dalla rappresentazione grafica della classica matrice con in evidenza il quadrante di materialità, è scomparsa nei Bilanci di sostenibilità pubblicati nel 2023 (relativi all’anno 2022) perché sostituita dal nuovo approccio proposto dallo standard GRI: i temi materiali come raggruppamento degli impatti più significativi che l’azienda produce, direttamente e indirettamente, su ambiente e società.

La CSRD sviluppa ulteriormente il concetto di materialità introducendo la doppia materialità, secondo l’approccio IRO (impatti, rischi, opportunità): la rilevanza “finanziaria” e la rilevanza “d’impatto”.
La rilevanza dell’impatto richiede la divulgazione degli impatti rilevanti, effettivi o potenziali, positivi o negativi, di un’azienda sulle persone o sull’ambiente nel breve, medio o lungo termine (approccio inside-out).
La rilevanza finanziaria richiede la divulgazione di questioni legate alla sostenibilità che possono innescare effetti finanziari rilevanti sullo sviluppo di un’azienda nel breve, medio o lungo termine (approccio outside-in).
Le aziende devono effettuare valutazioni di rilevanza per entrambe le dimensioni e segnalare le questioni che sono materiali in entrambe le dimensioni.

I punti di partenza degli standard GRI e ESRS sono i medesimi: l’approfondita analisi di contesto, la rappresentazione della catena e la relazione con gli stakeholder.
Mentre le definizioni di analisi di contesto e di relazione con gli stakeholder sono, probabilmente, chiare a tutti, vale forse la pena soffermarsi sulla catena del valore, che è la rappresentazione della struttura di una organizzazione come un insieme definito di processi.
Dall’analisi e scomposizione di tutte le attività aziendali coinvolte nel passaggio, di un prodotto o servizio, dall’ideazione alla commercializzazione, è possibile determinare la generazione del valore (e dunque massimizzarlo).
Il processo che porta alla produzione del valore è, dunque, articolato e coinvolge una pluralità di attori e di funzioni aziendali.

Lo standard GRI 2021 ha stabilito per primo che le imprese devono rendere conto degli impatti che producono, sia direttamente che indirettamente, lungo tutta la catena del valore. Pertanto, le aziende sono chiamate a misurare e rappresentare i principali impatti su ambiente e società generati dalle proprie attività dirette, nonché da quelli prodotti dalle imprese con le quali si relazionano, collocate a monte (fornitori) e a valle (clienti) della propria catena del valore.
I report di sostenibilità pubblicati nel 2023 (e anche quelli che saranno pubblicati nelle prossime settimane) sono già stati redatti applicando questa logica e, dunque, dando evidenza della catena del valore e di tutti gli impatti generati durante il processo produttivo.
Con l’entrata in vigore della CSRD, che prevede vari step di applicazione (prima le grandi imprese enti di interesse pubblico, poi dal 2026 tutte le grandi imprese e dal 2027 anche le PMI quotate), a questo approccio si aggiungerà, per le imprese interessate della direttiva, l’obbligo di disclosure dei principali rischi ESG ai quali sono esposte (financial materiality).

Sostenibilità e rendicontazione: anche le PMI saranno impattate

Il significato profondo di questi cambiamenti è che le imprese coinvolte dai nuovi standard e dalle nuove direttive di sostenibilità sono molte di più rispetto a quelle realmente obbligate. Applicando il concetto di catena del valore sono, infatti, impattate anche le PMI che, per caratteri dimensionali, sarebbero formalmente escluse, ma che, rientrando spesso nelle catene del valore di grandi imprese (tipicamente come fornitori), saranno comunque obbligate ad adeguare processi e fornire dati, pena la perdita di competitività e l’esclusione dal mercato.

Insomma, nessuno può realmente chiamarsi fuori rispetto agli impegni di sostenibilità e alla strutturazione di modelli di business sostenibile: è esattamente l’effetto che voleva produrre il legislatore!
Di fronte ad una sfida così impegnativa – e per molti versi da tanti sconosciuta e sottovalutata – Nomisma è al fianco delle imprese, con una ampia e variegata gamma di servizi, per accompagnarle nel percorso di sostenibilità e verso il successo sostenibile.

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