Mutui impossibili e affitti insostenibili: da Nomisma una riflessione sull’emergenza casa

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Redditi spesso inadeguati e continua erosione del risparmio rischiano di rendere mutui e affitti non facilmente sostenibili per molte famiglie italiane. Partendo da questa premessa occorre immaginare un abitare più evoluto e plurale, attento a bisogni, desideri e possibilità reali delle famiglie e meno standardizzato e risucchiato da un mercato indebolito, incapace di dare una risposta alle esigenze abitative delle famiglie italiane. 

È questo il messaggio lanciato da “Sguardi familiari sull’Abitare 2023”, l’analisi presentata da Nomisma all’interno del 16° Rapporto sulla Finanza per l’Abitare, con l’obiettivo di contribuire alla riflessione sulle scelte abitative degli italiani. 

Famiglie protagoniste nella dinamica dell’abitare

Le famiglie in quanto soggetto sociale sono le protagoniste delle scelte abitative e l’indagine di Nomisma si apre proprio con l’analisi di due diverse tipologie di nuclei familiari per i quali la casa è una priorità assoluta: 

  • le famiglie-mono che comprendono le esperienze familiari unipersonali, ovvero persone sole con meno di 45 anni oppure di età compresa tra i 45 e i 69 anni o di 70 anni o più o, ancora, i genitori soli con figli; 
  • le famiglie-pluri, ovvero con figli minori, con persone non autosufficienti, cosiddette ‘sandwich’ (impegnate sia nella cura dei figli  sia dei genitori anziani) e i nuclei numerosi. 

“La relazione tra le condizioni familiari e la dinamica dell’abitare disegna un caleidoscopio di situazioni economiche e abitative differenti. Attraverso il suo studio, Nomisma prova a cogliere la biodiversità e il funzionamento come ecosistema socio-culturale delle famiglie attraverso uno sguardo che vada oltre l’analisi di famiglia come semplice somma dei componenti, ma ricavando una fotografia strutturata delle esigenze abitative che, in una fase di mercato particolarmente complessa, spesso non trova risposte adeguate” – commenta Marco Marcatili, Chief Development Officer di Nomisma.

I fattori di fragilità delle famiglie

Nonostante nel 2023 il clima di fiducia delle famiglie abbia recepito i segnali positivi provenienti dall’aumento della produzione industriale e dagli interventi di sostegno varati dal Governo, la capacità reddituale degli italiani lascia intravvedere alcuni campanelli d’allarme, con quasi la metà dei nuclei che dichiara che le proprie disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie. 

La crescita delle famiglie unipersonali è il fenomeno emergente, che interroga in maniera profonda sia il nostro immaginario collettivo, sia le mappe che orientano la costruzione delle politiche pubbliche. Per altro le famiglie-mono, composte da persone sole con un’età compresa tra i 45 e i 69 anni, presentano le condizioni economiche peggiori, con un reddito spesso inadeguato a far fronte alle spese e che, nel 44% dei casi, non permette di risparmiare. Altre due categorie in bilico, che fanno fatica a risparmiare e hanno visto diminuire il proprio reddito, sono le famiglie con figli minori e, soprattutto, quelle composte da genitori soli con figli. In particolare, l’analisi di Nomisma mette in evidenza come la presenza di un solo reddito in famiglia rappresenti un forte fattore di fragilità” – osserva Marco Marcatili.

L’acquisto di un’abitazione resta una priorità, ma per molti è un miraggio 

In questo scenario, l’acquisto della casa è diventato un miraggio per una crescente porzione di italiani che si sono trovati a fare i conti con un’inflazione duratura – che ha fatto diminuire il reddito disponibile e inciso negativamente sul potere d’acquisto – e con la parallela erosione dei risparmi, che ha ridotto le possibilità di un acquisto impegnativo come quello di un’abitazione con il sostegno diretto della cerchia familiare.

Al contempo, un segmento di popolazione evidenzia la difficoltà di ottenere fiducia da parte del sistema bancario, con l’attuale congiuntura economica non favorevole che aumenta i rischi di esposizione, tanto che laccensione di un mutuo per alcune famiglie è oggi una missione pressoché impossibile, sia a causa di politiche di erogazione più selettive, sia per il rialzo del costo del denaro che ha reso i mutui più costosi” – sottolinea Marco Marcatili. 

Nello specifico, dall’indagine Nomisma risulta che, tra le famiglie numerose, 1 su 5 dichiara di non avere i requisiti per l’accesso al credito, un valore quasi triplo rispetto al 7,5% della media del campione. Percentuali più alte rispetto alla media si registrano anche per le famiglie con figli minori (13,1%) e persone sole under 45 (10,7%). 

Questo spiega la flessione della propensione all’acquisto di abitazioni nei prossimi mesi da parte degli italiani, che coinvolge il 12% delle famiglie rispetto al 13,3% registrato nel 2022. Inoltre, l’indagine quest’anno evidenzia, in controtendenza rispetto alle due precedenti edizioni, anche la minore propensione da parte delle famiglie intenzionate ad acquistare un’abitazione ricorrendo all’accensione di un mutuo, passando dall’83% nel 2022 al 78% nel 2023.

In questo scenario, negli ultimi 12 mesi i comportamenti delle famiglie italiane in relazione all’acquisto di una casa mostrano alcune importanti tipizzazioni: le famiglie-pluri hanno presentato un grado di attivazione maggiore sul fronte dell’acquisto, con un protagonismo rinforzato da parte delle ‘famiglie sandwich’ e da quelle con persone non autosufficienti. Tra le famiglie-mono, invece, sono i nuclei composti da persone sole under 45 ad aver mostrato un maggior dinamismo di acquisto. 

L’alternativa dell’affitto è sempre più onerosa, specie nelle grandi città 

Non essendo però il sistema Paese riuscito a programmare un’offerta adeguata per far fronte a una maggiore e più attenta richiesta abitativa, specialmente in termini di social housing, molte famiglie restano intrappolate nell’affitto e condizionate dall’aumento dei canoni di locazione, che specie nelle grandi città hanno raggiunto livelli non facilmente sostenibili rispetto alla capacità reddituale delle famiglie. 

Al riguardo, la quota di famiglie che prevedono nei prossimi 12 mesi di incontrare difficoltà nel regolare pagamento del canone di locazione si è ampliata dal 31,4% al 34,8% delle famiglie in affitto.

Proprio i maggiori rischi di insolvenza e le logiche di mercato – condizionate anche dal fenomeno degli affitti brevi – stanno inducendo sempre più proprietari a una minore propensione verso la locazione tradizionale: solo nell’ultimo anno è passata dal 17,7% al 10,5% la quota di soggetti che prevede di dare in locazione le proprie abitazioni con affitti a medio termine, allineandosi alla componente rivolta agli affitti brevi (pari al 10,2%).

Focalizzando l’attenzione sulle motivazioni che sorreggono il mercato dell’affitto, l’indagine di Nomisma ha confermato anche quest’anno come la locazione rappresenti l’unica opzione percorribile per il 56% delle famiglie, a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per poter accedere al mercato della compravendita. A questo gruppo si affianca un altro 15% di famiglie per le quali l’affitto è una situazione temporanea, in attesa che si creino le condizioni per poter accedere al mercato della compravendita, e un altro gruppo di soggetti che valuta la proprietà di un’abitazione non conveniente (13% del totale), oppure che considera tale opzione in ragione di motivazioni familiari o esigenze lavorative e di studio (8,3% delle famiglie)” – illustra Marcatili.

In sintesi, l’indagine conferma la presenza di due diverse e distinte componenti: in 1 caso su 3 l’affitto è una scelta motivata da esigenze familiari e lavorative; la seconda, che esprime la maggioranza delle famiglie, considera l’affitto una soluzione temporanea oppure obbligata perché al momento non sussistono le condizioni economiche per acquistare un’abitazione.

Per quanto riguarda le intenzioni a prendere in affitto un’abitazione, sono principalmente le persone sole al di sotto dei 45 anni quelle caratterizzate da elevato interesse, affiancate dalle famiglie sandwich e da quelle numerose.

“Dall’indagine emerge in modo chiaro come sia ormai indispensabile immaginare un accompagnamento delle famiglie da parte di figure capaci di leggere contemporaneamente i nuovi bisogni sociali e le traiettorie del mercato dell’abitare. Se il 2023 può infatti essere considerato l’inizio della metafora della ‘casa-impossibile’, è necessario che gli attori pubblici e privati, finanziari e sociali, gestori e investitori, si sentano chiamati in causa per dare una risposta concreta a una vera e propria emergenza nazionale, attivandosi per promuovere strumenti innovativi e di sostegno necessari ad avviare un percorso verso un abitare evoluto. La sfida per i prossimi anni sarà, pertanto, quella di costruire soluzioni dedicate e una proposta di accesso al credito molto più sartoriale in relazione alle diverse condizioni familiari, in alcuni casi anche integrata da una proposta di gestione degli immobili e sostenuta da nuovi strumenti pubblici di garanzia del credito in grado di abbassare gli scaloni in ingresso per le famiglie. Senza dimenticare il mondo della locazione per garantire una risposta adeguata alle famiglie che sembrano pagare di più l’incertezza rispetto al futuro” – conclude Marcatili.

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Immagine in evidenza di: Inna Dodor/Shutterstock

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