Il mercato del biologico in Giappone: numeri e prospettive nell’indagine Nomisma per ITA.BIO

Market Intelligence

Le vendite di prodotti biologici in Giappone valgono complessivamente 2 miliardi di euro, con una quota di acquirenti regolari pari al 18% del totale. Una nicchia di mercato, ma nella quale si registra un trend di crescita positivo in cui si inserisce anche il Made in Italy. A questo riguardo, va sottolineato come il top della qualità per 1 consumatore giapponese su 3 sia interessato soprattutto a pasta, olio extravergine, formaggi e vino italiani.

Il mercato degli alimenti «naturali» – healthy, naturali, sostenibili e vegetariani/vegani – è invece stimato a circa 6 miliardi euro: questo suggerisce come il biologico, per le sue caratteristiche, abbia ancora un enorme potenziale di crescita nel Paese del Sol Levante.

É quanto emerge dalla ricerca realizzata da Nomisma per conto di ITA.BIO – la piattaforma online del biologico Made in Italy, promossa da ICE Agenzia e FederBio – e presentata in occasione del quinto forum ITA.BIO “Internazionalizzazione del BIO Made in Italy: focus Giappone”. 

All’evento hanno partecipato: Paolo Carnemolla, Segretario Generale FederBio; Silvia Zucconi, Responsabile Market intelligence & Business Information Nomisma; Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi Nomisma; Erica Di Giovancarlo, Direttore dell’Ufficio ICE Tokyo; Akiteru Imai, Direttore del dipartimento import di Bio C’ Bon Japan; Giovanni Battista Girolomoni, Presidente Girolomoni; Benedetto Marescotti, Marketing Manager Caviro; Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero; Giuseppe Russo, Capolinea Ufficio Agroindustria ICE e Alessandro Piscopello, Giornalista Edagricole.

Il biologico in Giappone: una crescita costante che interessa tutti i settori

L’interesse verso il bio è in continua crescita in Giappone, lo conferma il “segno più” che contraddistingue in modo trasversale tutti i numeri del settore: “sono 11,9 mila gli ettari coltivati secondo il metodo biologico, in significativa crescita negli ultimi 10 anni, nonostante rappresentino ancora solo lo 0,5% sul totale della superficie agricola complessiva. Il piano di sviluppo del Ministero dell’agricoltura giapponese punta però ad arrivare ad una quota del 25% entro il 2050” – spiega Emanuele Di Faustino.

L’interesse per il bio è però ancora concentrato su specifici target (famiglie dell’upper class con figli al di sotto dei 12 anni e residenti nella regione di Tokyo), tanto che l’incidenza complessiva del bio sul totale del carrello alimentare è ancora marginale. 

Nel complesso il bio Made in Italy sul mercato giapponese registra dimensioni ancora piccole ma che sottintendono significative potenzialità di crescita, da ricondurre soprattutto ad un graduale passaggio delle famiglie giapponesi ad uno stile di vita più sano. quasi 2 consumatori su 3 afferma di scegliere prodotti biologici perché più sicuri per la salute, in 1 caso su 3 acquista bio perché rappresenta una garanzia di qualità mentre il 25% riconosce alla categoria un maggior rispetto per l’ambiente”.


L’identikit del consumatore bio in Giappone e i principali driver di spesa

I dati della consumer survey realizzata da Nomisma mostrano che la consumer base oggi è limitata ad una quota di acquirenti regolari pari al 18%, mentre i non user sono ancora la maggioranza della popolazione nipponica. I target in cui è molto forte il richiamo del bio sono quelli dei nuclei familiari in cui sono presenti bambini in età prescolare e delle famiglie ad alto reddito. 

Se si analizzano i principali driver di scelta dei prodotti alimentari per il consumo domestico, vi sono nello specifico due leve che guidano le scelte del consumatore giapponese: l’origine nazionale del prodotto e il prezzo mentre solo l’8% sceglie un prodotto alimentare per la presenza del marchio biologico: “I consumatori hanno una forte sensibilità al prezzo e, al tempo stesso, forti difficoltà a riconoscere i reali valori sottostanti alle produzioni biologiche” – commenta Emanuele Di Faustino. 

A differenza di quanto accade in altri mercati (ad esempio Cina, USA e Canada), i consumatori giapponesi non sembrano orientati a scegliere il biologico per motivi legati alla sostenibilità ambientale di questo metodo produttivo, quanto piuttosto per la sicurezza e la qualità che il bio trasmette. 

Il monitoraggio realizzato da Nomisma fa emergere alcune aree di lavoro fondamentali per incrementare conoscenza, consapevolezza e interesse nei confronti del bio. Oltre 1 consumatore su 3 dichiara, infatti, di non aver informazioni sufficienti e dettagliate sulle caratteristiche e i valori degli alimenti biologici; quota che supera il 70% per i non user di bio. Nello specifico, più di 1 consumatore su 2 vuole avere informazioni più dettagliate sul contributo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e, analogamente, desidera saperne di più sui benefici salutistici e sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale. 

Il Made in Italy Bio sul mercato giapponese: il punto di vista di Silvia Zucconi

L’Italia è top quality del bio nel percepito dei consumatori giapponesi: il nostro Paese si posiziona infatti al terzo posto, dopo Francia e Australia, tra i produttori bio di maggiore qualità.

Con questa premessa, non va pertanto trascurato il potenziale per il food italiano biologico: il 13% dei consumatori giapponesi, infatti, si dice interessato all’acquisto di un prodotto alimentare biologico Made in Italy se lo trovasse nei negozi che frequenta abitualmente. 

“Il forum ITA.BIO è stato dedicato al Giappone, mercato che presenta significative potenzialità di crescita, nonostante si caratterizzi per una usership del bio Made in Italy ancora contenuta e a causa della forte concorrenza di prodotti con claim generici healthy, naturale e sostenibile. In tale scenario, abbiamo individuato due leve per la penetrazione del mercato: la ristorazione fuori casa, da sempre ambito di forte sperimentazione per il consumatore, e la possibilità di conoscere i prodotti tramite assaggi e materiali sul punto vendita. Inoltre, un’area di lavoro fondamentale per il mercato è il packaging dei prodotti: riciclabile nei materiali e di alta qualità sia nella grafica che nella precisione del confezionamento” – illustra Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence Nomisma S.p.A. 

Pasta, olio evo, formaggi e vino sono tra i prodotti italiani bio più acquistati dai consumatori giapponesi. L’analisi di Emanuele Di Faustino

La seconda parte della survey condotta da Nomisma ha preso in esame il mercato del vino, uno dei prodotti italiani a marchio bio più apprezzati in Giappone. 

“Pasta, olio extravergine, formaggi e vino sono i prodotti italiani a marchio bio più acquistati dai consumatori giapponesi ma anche le categorie per le quali il consumatore è più interessato al binomio bio-Made in Italy. In ottica futura il vino è sicuramente uno dei prodotti che presenta le maggiori opportunità di crescita per l’Italia, anche in virtù del fatto che dal 1° ottobre 2022 la certificazione biologica JAS è stata estesa anche alle bevande alcoliche, vino incluso” – conclude Emanuele Di Faustino

ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per decifrare i mercati internazionali

ITA.BIO è la prima piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del bio Made in Italy, curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio. Rappresenta dunque uno strumento di market intelligence indispensabile per decifrare gli scenari in continua evoluzione e individuare le opportunità che i mercati internazionali possono offrire alle aziende dell’agroalimentare biologico italiano. 

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Immagine in evidenza di: PR Image Factory/Shutterstock

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