VIII Forum Wine Monitor, scenari di mercato e prospettive per il vino italiano. Come sta cambiando la domanda e il posizionamento competitivo del vino italiano

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Il Forum Wine Monitor, riservato agli abbonati e clienti Wine Monitor, rappresenta un momento di confronto e condivisione dei trend di mercato con gli stakeholder del settore vinicolo. L’evento segue una formula ormai collaudata e basata su due pilastri: da un lato le analisi su tematiche ritenute rilevanti e strategiche per le imprese vinicole italiane, realizzate direttamente dal Team Wine Monitor; dall’altro, il contributo di esperti ed operatori del settore che approfondiscono e arricchiscono le stesse disamine. 

Nell’ultima edizione del Forum – svoltosi lo scorso 13 gennaio – accanto alle analisi realizzate da Denis Pantini, Emanuele Di Faustino ed Evita Gandini di Nomisma, si sono succeduti nel confronto Giuseppe Capuano (Executive Vice President di Vias Import ltd), Eleonora Formisano (Client Business Partner di NielsenIQ), Benedetto Marescotti (Marketing Manager di Caviro) e Annarita Cicciarelli (Marketing Director di Ruffino).

Vediamo in questo articolo i temi e i numeri salienti emersi nelle ricerche del Team Wine Monitor e quali prospettive si definiscono per il futuro del mercato del vino.

Il mercato internazionale del vino nel 2021

La prima relazione – illustrata dal Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini – è stata incentrata su due macro-temi, di rilevanza globale:

  • in primis, una disamina dei trend principali che hanno caratterizzato il mercato internazionale del vino nell’anno appena passato; 
  • il secondo, invece, ha preso in considerazione il mercato degli Stati Uniti e, in particolare, il posizionamento competitivo e le prospettive dei nostri vini in questo fiorente mercato straniero.

I 5 “fatti” internazionali rilevanti che descrivono il trend

L’analisi ha preso in considerazione 5 “fatti” internazionali rilevanti per il mercato del vino del 2021, per ognuno dei quali sono stati riportati i principali dati in grado di descrivere il trend nelle sue diverse sfaccettature. In particolare:

  1. Il rimbalzo negli scambi internazionali di vino, andato oltre al livello del 2019 (e quindi prima dello scoppio della pandemia);
  2.  La “messa al bando” dei vini australiani in Cina, con evidenti ripercussioni per uno dei maggiori competitor del prodotto italiano;
  3.  L’exploit della Corea del Sud (in termini di import e consumi di vino);
  4.  Il recupero degli spumanti;
  5. Il record nell’export di vino italiano (oltre 7 miliardi di euro).

Il mercato del vino italiano negli Stati Uniti: crescono le vendite di vini fermi imbottigliati e spumanti. Il boom della Pennsylvania (+120%)

Dopo aver analizzato questi fatti internazionali, che hanno influenzato l’andamento delle  vendite dei vini italiani all’estero, l’attenzione si è spostata sugli Stati Uniti, il primo mercato al mondo per consumi ed import di vino nonché per destinazione del vino italiano.

Il 2021 ha visto un forte recupero negli acquisti dall’estero, con l’Italia che è riuscita ad andare oltre al livello di export del 2019, registrando un +7% nelle vendite di vini fermi imbottigliati e +19% nel caso degli spumanti. Una disamina per singolo Stato Federale ha evidenziato come tra i top importatori, la Pennsylvania abbia registrato una crescita del 120%, diventando così dopo la California il secondo stato più importante degli Stati Uniti d’America per gli acquisti di spumanti italiani.

Le vendite di vino italiano nell’off-premise

L’analisi si è poi spostata sulle vendite di vino nell’off-premise, dove l’Italia detiene la leadership con una quota a valore del 33% (sul totale dei vini fermi di importazione) con un prezzo medio di 10,35 $ a bottiglia (contro i 15,05 $ di quelli francesi e i 12,03 $ dei neozelandesi). 

Pur in presenza di una diminuzione complessiva delle vendite nel canale (-4% per i vini di importazione rispetto al 2020), l’off-premise statunitense evidenzia una premiumisation dei consumi: nell’ultimo anno, le vendite dei vini fermi di prezzo superiore ai 25$ a bottiglia sono cresciute del 15% (dopo un aumento del 22% nell’anno precedente), a fronte invece di una riduzione della fascia entry level (-17% i vini con prezzo fino a 4$ a bottiglia).

Le imprese vitivinicole italiane nell’era del Covid

La seconda relazione, presentata da Emanuele Di Faustino – Senior Project Manager Nomisma – ha approfondito le performance economico-finanziarie delle imprese vitivinicole italiane nell’era del Covid. Attraverso la disamina di oltre 600 bilanci aziendali (per un fatturato cumulato di oltre 9 miliardi di euro) relativi al periodo 2016-2020, la presentazione ha messo in luce i trend nel fatturato, nella redditività, nella patrimonializzazione e nell’indebitamento delle imprese italiane, suddividendole per dimensione e modello di business.

Così, ad esempio, la disamina ha evidenziato come il Covid abbia principalmente influito (in maniera negativa) sulle performance economiche delle aziende di minori dimensioni (sotto i 10 milioni di euro di fatturato), sia per quanto riguarda il fatturato che la marginalità. Rispetto invece al modello di business, il 2020 ha mostrato una crescita di fatturato per i cosiddetti “imbottigliatori puri” e per le imprese con una forte propensione all’export (oltre l’80% del proprio fatturato). Diverso il trend della marginalità lorda, risultata più alta nel 2020 – seppur stazionaria rispetto all’anno precedente – per le imprese “integrate” rispetto agli imbottigliatori puri.

Le vendite di vino nell’e-commerce sono raddoppiate con la pandemia

Un approfondimento realizzato tramite l’analisi di bilancio delle aziende ha infine riguardato i top retailer di vino on-line specializzati. Pur a fronte di un raddoppio delle vendite di vino nell’e-commerce in Italia nell’anno dello scoppio della pandemia, la disamina ha messo in luce marginalità ancora negative per i due top player del settore, a dimostrazione di come il break-even da raggiungere per questo tipo di business sia alto (e quindi collegato ad elevati volumi di vendita) in ragione di costi logistici e di servizio molto rilevanti (mediamente pari al 30% del fatturato).

Il consumo di vino in Italia: cresce l’apprezzamento dei consumatori per i vini sostenibili e low-alcool

La terza e ultima relazione presentata al Forum Wine Monitor – a cura di Evita Gandini, Project Manager di Nomisma – ha invece individuato i principali trend di consumo di vino in Italia, con uno sguardo privilegiato sui vini sostenibili, biologici, low-alcool e in lattina.

Per quanto ad oggi queste tipologie presentino ancora una diffusione e un consumo limitato (l’unico in grado di esprimere un’incidenza rilevante è il vino bio che pesa per circa il 2% sulle vendite di vino nell’off-trade), tutte le altre categorie analizzate trovano però un generale e progressivo apprezzamento presso i consumatori.

In particolare, il tema della sostenibilità sta diventando sempre più un requisito imprescindibile nella scelta di acquisto da parte dei consumatori, tanto che gli stessi produttori sono sempre più convinti di tale affermazione e già da diversi anni stanno programmando investimenti ed avviando iniziative verso tali obiettivi all’interno della propria azienda. D’altronde, gli spazi di crescita per questo genere di vini sono ampi, sia in Italia che all’estero dove la sostenibilità spesso rappresenta una premialità riconosciuta alle aziende anche in fase di “ingresso” nel mercato: è il caso, ad esempio, dei paesi scandinavi dove i Monopoli richiedono, nei proprio tender, certificazioni di sostenibilità non solo ambientale ma anche etica e sociale.

Anche la questione dei vini a basso contenuto alcoolico (e senza alcool) è stata oggetto di ulteriore disamina, attraverso i risultati di una consumer survey realizzata da Wine Monitor nel corso del 2021. In merito a questa tipologia di vini, circa un consumatore italiano su tre esprime un interessamento all’acquisto. Una preferenza che viene particolarmente indirizzata verso gli spumanti e che trova un livello di attenzione crescente, soprattutto in questo momento di pandemia.

Osservatorio Wine Monitor di Nomisma, uno strumento privilegiato di raccolta dati e analisi al servizio di imprese ed istituzioni

L’Osservatorio sul mercato del vino di Nomisma è stato creato con l’obiettivo di aiutare le imprese vitivinicole e le istituzioni a decifrare i complessi scenari e le dinamiche che caratterizzano questo settore. La piattaforma fornisce infatti dati, report di analisi e servizi mirati per individuare le migliori strategie di business. Per gli abbonati, inoltre, sono disponibili servizi e consulenze su misura. Per informazioni sull’abbonamento annuale e sui servizi on demand è possibile scrivere a denis.pantini@nomisma.it

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